L’accusa, gravissima, che pende sui cinque indagati è di stupro di gruppo. Loro, tutti giovanissimi brindisini tra i 17 e i 19 anni, la respingono categoricamente: la ragazza che li ha denunciati – dicono – era consenziente.
Per far luce sulla presunta violenza sessuale che una 19enne trevigiana ha raccontato di aver subito a Malta, durante una vacanza a luglio, mercoledì saranno scandagliati i cellulari degli indagati. L’incarico è stato conferito venerdì scorso dai pubblici ministeri Pierpaolo Montinaro (per la Procura di Brindisi) e Paola Guglielmi (per il tribunale per i minorenni di Lecce). Il consulente tecnico d’ufficio incaricato di procedere alla copia forense dei cellulari sequestrati è il dottor Silverio Greco. Perito di parte la dottoressa Luigina Quarta, nominata da entrambi i legali che difendono gli indagati, gli avvocati Cinzia Cavallo e Cataldo Gianfreda.
Quest’ultimo assiste l’unico minorenne indagato che, secondo l’accusa, non avrebbe partecipato alla violenza ma avrebbe filmato l’atto. Accusa, anche questa, respinta dal ragazzo, pronto a dimostrare come in quel momento fosse in camera sua impegnato in una videochiamata.
Secondo quanto ricostruito sinora, la 19enne avrebbe conosciuto la comitiva di brindisini quella stessa sera, in un locale a Malta. I cinque l’avrebbero poi invitata in casa e lei avrebbe accettato. Fin qui tutti d’accordo.
Una volta raggiunta l’abitazione però, a dire della denunciante, i ragazzi l’avrebbero immobilizzata, stuprata e filmata, approfittando del fatto che avesse bevuto qualche drink. A dire degli indagati, invece, la 19enne sarebbe stata capace di intendere e tutto sarebbe avvenuto con il suo benestare.
Sarà l’analisi dei cellulari a fare piena luce sull’accaduto.
