Un euro per dividere una pizza, quaranta centesimi per un caffè da asporto, otto euro per ascoltare un deejay. Non sono voci di fantasia, ma supplementi realmente comparsi sugli scontrini di alcuni locali del Salento nell’estate 2025. Una stagione che, accanto al boom di turisti, ha portato con sé una scia di polemiche sugli “extra” che finiscono nero su bianco nel conto.
L’ultimo episodio arriva da Porto Cesareo, dove alcuni clienti hanno trovato un euro aggiunto al costo di una pizza margherita, solo perché divisa a metà. La cifra, di per sé modesta, ha però generato malumori e ironie non tanto per l’euro in più, ma per il principio.

Altro caso singolare a Ostuni, dove qualche settimana fa in uno scontrino è comparsa la voce “musica”: 2 euro a persona, per un totale di 8 euro. Una sorta di contributo per la presenza del deejay che animava la serata, facendo scoppiare la polemica.
Ad agosto è stata la volta di un hotel-ristorante del Capo di Leuca, dove a due caffè da 1,20 euro l’uno è stato aggiunto un supplemento di 40 centesimi a causa del servizio “take away”. Anche in questo caso la protesta è rimbalzata online, alimentando il dibattito nazionale.

Se l’obiettivo dei ristoratori è quello di coprire costi aggiuntivi spesso reali (dai bicchieri in plastica alle performance musicali), il rischio è però di alimentare una cattiva reputazione: del resto, il vero lusso del Salento non sono scontrini con sorprese, ma il mare cristallino, i centri storici accoglienti e una tradizione culinaria che dovrebbe parlare da sola.
