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Olio scadente a mensa, caos in consiglio comunale a Taurisano: “la ditta sapeva”

Già nel 2019 un’analisi chimica aveva evidenziato che l’olio fornito non fosse extravergine, ma di categoria inferiore, con parametri fuori norma rispetto alla normativa europea. È quanto emerge dalla documentazione acquisita dalla Guardia di finanza nell’ambito delle indagini sul servizio mensa gestito dalla società La Fenice Srl. Nonostante ciò, l’azienda avrebbe continuato a utilizzare quell’olio per i pasti destinati a bambini e anziani, senza sollevare contestazioni al fornitore.
Ad aggravare il quadro vi è la posizione di un dipendente, stretto collaboratore del legale rappresentante, già condannato in passato per frode in pubbliche forniture. Nonostante il precedente, si sarebbe occupato della gestione operativa e dei rapporti con i fornitori. Dagli atti risulta inoltre che avrebbe ricevuto regalie alimentari – salumi, formaggi e vino – dal principale fornitore di olio, con cui nel tempo si era instaurato un rapporto molto stretto.
Secondo le carte, tra il 2018 e il 2024 l’olio utilizzato nelle mense scolastiche sarebbe stato spesso olio di semi o di scarsa qualità, etichettato come extravergine. Per la Guardia di finanza, la ditta che riforniva La Fenice non avrebbe avuto la capacità produttiva necessaria a coprire quelle forniture. Avrebbe quindi acquistato olio da altri produttori, compreso olio scaduto o di semi, per poi rivenderlo come extravergine. In alcuni casi, addirittura, avrebbe bruciato i contenitori per cancellare le tracce della reale provenienza del prodotto.
Dopo il blitz della Finanza, una decina di Comuni hanno rescisso il contratto con l’azienda; altri, nel frattempo, erano giunti alla scadenza naturale. Ci sono però anche Comuni – come Taurisano – che, pur avendo rivisto il regolamento sulla Commissione mensa, hanno deciso di proseguire con l’appalto affidato a La Fenice, nonostante la preoccupazione di circa 90 genitori che si sono rivolti agli avvocati Luca Puce e Davide Micaletto. Nell’ultimo consiglio comunale, particolarmente acceso e con la presenza di numerosi genitori, l’assessore Valeria Carolì, in controtendenza rispetto alla maggioranza, ha espresso forti perplessità sulla prosecuzione del servizio con la ditta, mentre alle sue spalle il sindaco Luigi Guidano le ricordava che quanto stava dichiarando non rientrava nell’argomento di discussione del punto all’ordine del giorno.
Alla luce dei nuovi elementi emersi e trasmessi dai legali dei genitori all’amministrazione comunale, è stata avanzata nuovamente la richiesta di risoluzione del contratto con La Fenice.

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