LECCE – Sindrome coronarica acuta. Questo l’esito dell’autopsia eseguita nelle scorse ore sul corpo di Danilo Pellegrino, il 52enne di Collepasso deceduto mercoledì scorso mentre si trovava nella sala d’attesa del Pronto Soccorso di Casarano. A questo punto si può parlare di infarto, anche se ogni conclusione sarà affidata al risultato dell’esame istologico al cuore. A disporre l’esame autoptico è stata la pm Erika Masetti, con incarico al medico legale Roberto Vaglio, affiancato dal collega Antonio De Giorgi. L’inchiesta, aperta dalla Procura di Lecce, vede al momento otto persone iscritte nel registro degli indagati, tra medici e infermieri in servizio al momento della tragedia. Tra loro anche il medico di turno, difeso dall’avvocato Francesca Serafini, che ha nominato la dottoressa Ilaria De Fabrizio come consulente di parte. All’esame autoptico hanno preso parte anche altri periti: il medico legale Francesca Donno, nominata dall’avvocato Amilcare Tana per conto del cardiologo che in quelle ore sarebbe stato impossibilitato a intervenire perché impegnato in sala operatoria, e il dottor Vincenzo Garzia, incaricato dalla famiglia Pellegrino, rappresentata dall’avvocato Luigi Suez. A presentare denuncia ai carabinieri di Casarano, la figlia (infermiera professionale residente a Modena) e la moglie del 52enne. Denuncia in cui si ricostruiscono con dovizia di dettagli le ultime ore di Danilo Pellegrino, tra richieste d’aiuto ignorate e presunti ritardi nei soccorsi. In particolare, si parla di un elettrocardiogramma consegnato agli infermieri e poi, da questi, apparentemente ignorato. Gravi anche le accuse relative al trattamento ricevuto. Il paziente, si legge nella denuncia, non sarebbe mai stato monitorizzato. Sarebbe rimasto su una sedia di plastica, visibilmente debilitato e in difficoltà respiratoria. Poco dopo, il dramma, con Danilo Pellegrino che si accascia a terra, proprio nella sala d’attesa. Quando i soccorsi si attivano, però, è ormai troppo tardi.
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