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Violenza a medici e infermieri, pronto soccorso collegati con le forze dell’ordine

LECCE – Una volta a dare in escandescenze nei pronto soccorso erano soprattutto ubriachi, tossicodipendenti, malati psichiatrici o pazienti in attesa che riversavano la loro rabbia e le loro frustrazioni sul personale sanitario. Ora, i protagonisti – per così dire  – sono persone assolutamente e perfettamente integrate nella società. Come quell’avvocato accusato di aver aggredito con una testata un infermiere. Episodi di questo tipo si verificano con sempre maggiore frequenza nelle strutture sanitarie, soprattutto nei Pronto Soccorso. Per fare il punto della situazione e trovare dei rimedi il prefetto di Lecce ha convocato un Comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica.

A lanciare l’allarme era stato il presidente dell’Ordine dei Medici Antonio De Maria preoccupato per la mancanza di tutela del personale sanitario: “Le aggressioni sono aumentate del 15 per cento nel 2024”. “La situazione è sotto controllo, non è allarmante”, ha invece sottolineato il prefetto Domenico Natalino Manno.  Tutti I Pronto soccorso della provincia di Lecce verranno collegati con le sale operative di Polizia e carabinieri per tentare di arginare l’escalation di violenza ai danni del personale sanitario. Ma occorre denunciare: gli sfoghi verbali non bastano più

Per fortuna, sembrano funzionare a dovere i correttivi adottati nei mesi scorsi: l’utilizzo dei poliziotti in pensione all’interno della guardie mediche e l’introduzione della figura dell’infermiere di processo nei pronto soccorso, un filtro per tentare di arginare sul nascere eventuali facinorosi

Insomma, si cercano soluzioni per consentire al personale sanitario di lavorare in tutta serenità. Sullo sfondo, e non tanto, resta il problema legato alla carenza di organico nelle strutture sanitarie. Perché “i medici sono pochi, non ci sono e non ce ne saranno”, ha ammesso il direttore generale della Asl Lecce Stefano Rossi. I sacrifici e le competenze del personale medico a volte non bastano.

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