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Salentino scomparso nel lago di Como dopo aver salvato i figli: ricerche senza sosta

COMO –  È un nuovo giorno di ricerche, il quinto, nel lago di Como. E il tempo, inclemente, non aiuta. Sommozzatori e un robot di ultima generazione continuano a scandagliare argini e fondali per dare risposte alla famiglia di Sergio Corsano, il 55enne nato da famiglia salentina ma residente in Germania che lunedì si è tuffato per salvare i figli in balia della corrente, salvo poi non riemergere più.

Sergio, il cui papà era ruffanese, è nato in Germania, lì dove suo padre si era trasferito da giovane, aprendo una pizzeria poi ereditata dai figli. A Ruffano, da ragazzino, trascorreva periodicamente le vacanze. L’ultima volta che è tornato nel Salento – fanno sapere i parenti – risale a due o tre anni fa.

Lunedì scorso, con la moglie e i due figli di 10 e 16 anni, ha noleggiato una barca a Dongo per un’escursione sul lago. Le correnti, forti e imprevendibili, all’improvviso avrebbero causato un’avaria al motore del natante e avrebbero letteralmente spinto i due ragazzini giù dalla barca. A quel punto i genitori, stando a quanto riferito dalla moglie del malcapitato, si sarebbero tuffati per trarli in salvo, come di fatto è accaduto. Una volta risaliti a bordo, l’amara constatazione: di Sergio non c’era più alcuna traccia.

Le ricerche proseguono ininterrottamente tra Dorio, nel Lecchese e Dongo, sul ramo comasco del Lario. Impegnati i vigili del fuoco, la guardia costiera, le squadre nautiche di polizia e carabinieri, un’idroambulanza e un elicottero della marina militare.

Il lago, nel tratto in cui è avvenuta la scomparsa, raggiunge una profondità di oltre 200 metri. Un anno fa, nella stessa zona, un altro turista tedesco, 51enne, era annegato dopo essersi tuffato per salvare il figlio dodicenne, in difficoltà. Non solo: negli anni precedenti tragedia analoghe hanno coinvolto una turista tedesca, una calciatrice svizzera e un pescatore lecchese, quest’ultimo mai più ritrovato.

La famiglia di Sergio Corsano è sotto choc così come sono ore di sconforto e apprensione per i familiari salentini in attesa dell’esito delle ricerche. Il trascorrere dei giorni, intanto, affievolisce la speranza.

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