C’è una svolta nelle indagini sulla morte di Raffaele Marangio, lo psicoterapeuta 78enne originario di Lecce, trovato senza vita, lo scorso 26 luglio, all’interno del suo appartamento a Modena.
La Procura ha iscritto un giovane tunisino nel registro degli indagati con l’accusa di omicidio volontario. Il ragazzo, che si occupava di accudire alcuni anziani del quartiere, da tempo frequentava la casa della vittima, e si sarebbe allontanato dalla città subito dopo il delitto, spostandosi in un’altra regione.
Secondo quanto emerso dalle indagini, tra i due i rapporti si erano fatti tesi da settimane: diversi vicini hanno raccontato di frequenti litigi, anche accesi, avvenuti all’interno dell’abitazione. L’ultima volta il giovane sarebbe stato visto entrare nell’appartamento la sera del 24 luglio, con una sigaretta in mano, e da quel momento di Marangio non si sono avute più notizie.
Il corpo è stato ritrovato due giorni dopo, disteso sul pavimento, in posizione supina, con una cintura stretta attorno al collo. A lanciare l’allarme è stata la figlia, non ricevendo risposta alle telefonate.
Inizialmente si era ipotizzato un gesto estremo, ma la posizione innaturale, i lividi sul torace e le prime risultanze dell’autopsia hanno portato a escludere il suicidio.
Nessun segno di effrazione agli infissi: l’omicida potrebbe essere stato accolto dalla vittima senza alcuna forzatura. Si pensa a un’aggressione alle spalle, seguita da una possibile messa in scena, con il cadavere spostato successivamente.
Gli inquirenti hanno ricostruito il quadro attraverso testimonianze, analisi dei tabulati telefonici e verifiche sulle celle agganciate dai dispositivi.
Marangio, a fine luglio, si preparava a trasferirsi a Roma dalla figlia e nei prossimi giorni avrebbe provveduto a vendere la casa. Una scelta che potrebbe aver innescato il movente.
L’indagato resta al momento irreperibile, ma l’accelerata delle indagini potrebbe presto portare a un fermo. In particolare, saranno fondamentali le analisi del DNA e delle tracce rinvenute sulla scena del crimine, così come quelle relative ai contatti telefonici registrati nei giorni precedenti all’omicidio.
Raffaele Marangio, originario di Lecce, è stato il fondatore dell’Associazione per lo Sviluppo Psicologico della Persona e della Comunità. Era un professionista molto stimato e non risultano, fino ad ora, situazioni di conflitto che potessero far presagire un simile epilogo.