BRINDISI – Nel 2050 la Puglia potrebbe perdere circa 700.000 abitanti rispetto ai decenni precedenti, secondo le proiezioni dell’Istat. Il dato evidenzia un calo demografico significativo che coinvolge in modo particolare il territorio di Brindisi. Nella sola città si stima una diminuzione di circa 20.000 residenti, mentre l’intera provincia potrebbe registrare una perdita di 75.000 persone.
Le cause di questo declino sono molteplici e si intrecciano tra loro. Il saldo naturale è negativo, con più decessi che nascite. A questo si aggiunge la migrazione interna, che vede molti pugliesi trasferirsi in altre regioni italiane alla ricerca di migliori opportunità lavorative e servizi più efficienti. L’invecchiamento della popolazione contribuisce ulteriormente al fenomeno, con un’età media in costante crescita e un rapporto sempre più sbilanciato tra giovani e anziani.
Il calo demografico non è solo una questione statistica, ma ha ripercussioni concrete sulla vita quotidiana. Meno residenti significano una riduzione della forza lavoro, una minore domanda di servizi pubblici e il rischio di desertificazione urbana in alcune aree. I comuni della provincia, da Francavilla Fontana a Ostuni, stanno già affrontando le conseguenze di questo spopolamento, che si riflette su scuole, trasporti e attività commerciali.
Invertire questa tendenza richiede una strategia condivisa tra istituzioni, imprese e cittadini. Servono politiche capaci di attrarre giovani e famiglie, incentivare la natalità e favorire il rientro di chi è emigrato. Investire in innovazione, lavoro e qualità della vita è fondamentale per restituire vitalità al territorio e costruire un futuro sostenibile.
