OSTUNI – La presenza massiccia di Posidonia spiaggiata a Diana Marina, frazione balneare di Ostuni, ha acceso un vivace dibattito politico e cittadino. Da settimane, residenti e turisti lamentano il degrado del litorale, con spiagge difficilmente accessibili e cumuli di alghe che ostacolano la fruizione, soprattutto per bambini e anziani.
Il gruppo consiliare di opposizione “Per Ostuni” ha denunciato l’assenza di interventi strutturati e ha sollevato dubbi sul possibile legame tra lo spiaggiamento e i lavori di dragaggio in corso nel porto di Villanova. “Se fosse confermato, saremmo di fronte a un fatto grave”, hanno dichiarato, chiedendo chiarimenti urgenti in Consiglio comunale.
L’amministrazione comunale ha respinto le accuse, definendo la Posidonia un fenomeno naturale e ricorrente, indice di acque pulite e di buona salute del mare. Ha inoltre chiarito che le correnti marine rendono impossibile un collegamento diretto con i lavori di dragaggio, regolati da normative ambientali rigorose.
La Posidonia oceanica, specie protetta dalla Direttiva Habitat, non è un rifiuto da eliminare, ma una risorsa da gestire con competenza. L’amministrazione ha annunciato l’attivazione di interventi autorizzati per lo spostamento selettivo dei cumuli, nel rispetto delle linee guida nazionali, con l’obiettivo di tutelare l’ambiente e rigenerare il litorale.
In attesa di soluzioni concrete, il caso Diana Marina resta emblematico: tra esigenze turistiche, tutela ecologica e tensioni politiche, la gestione del territorio costiero si conferma una sfida cruciale per Ostuni.