Sputa nel piatto in cui ha mangiato per anni, Antonio Decaro, e non si fa scrupolo di rottamare il suo mentore Michele Emiliano, divenuto scomodo nella corsa alla presidenza della Regione. E lo fa con l’avallo del Nazareno, che nella diatriba Decaro-Emiliano sceglie di stare con il primo, anche per piazzarlo in Puglia e allontanarlo da ambizioni di scalata alla segreteria nazionale del partito. Questa l’analisi del day after della rinasprita lotta intestina ai vertici del Pd regionale, con Decaro pronto a candidarsi a patto che si faccia da parte Emiliano, mentre il governatore uscente rivendica il diritto a correre per un seggio in consiglio regionale e misurare il suo consenso alla prova delle urne.
Antonio Decaro reclama campo libero e rinnovamento, ma del sistema Emiliano da cui prende le distanze è stato comprimario. Viene da pensare che sotto sotto speri di soccombere senza perderci la faccia, nel braccio di ferro con i big Emiliano e Vendola, per restarsene a Bruxelles in attesa di competere con Schelin per la leadership del partito, senza prendersi l’onere di governare una regione che, dopo vent’anni a trazione centrosinistra, mostra l’usura di un ingranaggio di potere inceppato, senza civici e i trasformisti a fare da stampella e oliarne gli ingranaggi.
Ma intanto, resta la grana Emiliano, a cui il Nazareno chiede pubblicamente il passo indietro per bocca di Igor Taruffi, il paciere braccio destro di Elly Schlein, regista dell’incontro del disgelo di martedì scorso, naufragato poi sullo scoglio del nuovo muro contro muro. Per Decaro, invece, la piena investitura: “Per noi è la candidatura più competitiva da mettere a disposizione della coalizione che vogliamo costruire per vincere contro la destra e continuare a governare la Puglia”. Mentre dal recalcitrante Emiliano si pretende “generosità senza precondizioni, pensando al lavoro di squadra, perché in un partito nessuno decide da solo”. Il partito è di nuovo nel caos, e dovrà essere la stessa Schlein a sbrogliare la matassa quando arriverà in Puglia a inizio settembre per la festa regionale de l’Unità a Bisceglie. Chi la spunterà tra Antonio Decaro, che non vuol essere “ostaggio delle decisioni di chi l’ha preceduto” e “presidente a metà”, e Michele Emiliano che non ci sta a farsi parcheggiare in attesa delle politiche 2027?