LECCE – Un cancello che si chiude. Dentro vite e miserie quotidiane che si alternano. Poco importa che fuori ci sia il sole. Dietro le sbarre ogni giorno appare uguale a se stesso. Un mondo parallelo. Spesso dimenticato. Ecco perché l’Unione Camere Penali ha voluto accendere un faro con l’iniziativa nazionale “Ristretti in agosto”, titolo emblematico perché questo è il mese per lo più destinato alle vacanze e al divertimento, lontano anni luce dalla disperazione e dalla rassegnazione che vivono i detenuti
L’obiettivo è quello di riportare il carcere dentro i confini della legalità costituzionale per interrompere la sistematica violazione della dignità di tutti i detenuti, così come recita l’articolo 27 della Costituzione.
Il fenomeno del sovraffollamento è strettamente connesso ai numero dei suicidi che avvengono dietro le sbarre.
Ad ogni buon conto esistono già alcune iniziative finalizzate al miglioramento della condizioni di vita dei detenuti. La conferma giunge dal consigliere regionale di Fratelli d’Italia Paolo Pagliaro che ha visitato la struttura penitenziaria assieme a una rappresentanza di avvocati penalisti.
Ma la madre dei problemi è la carenza di organico. I numeri sono lì a testimoniare una situazione ai limiti del collasso: all’appello mancano circa 130 tra agenti e assistenti di polizia penitenziaria. I detenuti reclusi a Borgo S. Nicola sono invece 1350. I trasferimenti, anche per una visita medica, diventano un’impresa, così come conferma il direttore del carcere Mariateresa Susca
Insomma, troppi detenuti e pochi agenti. E le conseguenze sono sotto gli occhi di tutti. Una situazione che rischia di implodere se non si corre suito ai ripari.