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Regionali, Decaro: “Mi candido solo se potrò guidare in piena libertà”

BARI – Antonio Decaro rompe gli indugi e mette nero su bianco, in un post, che è pronto a candidarsi a governatore della Puglia, ma alle sue condizioni: senza presenze ingombranti come Emiliano e Vendola.
“Sono rimasto in silenzio finora – spiega – ma oggi sento il dovere di parlare ai cittadini pugliesi, ai sindaci, ai militanti e agli amici che mi chiedono: Antonio, che hai deciso? Io non devo decidere nulla. Io sono pronto a candidarmi alla presidenza della Regione Puglia. Ma ho detto da subito che per candidarmi devo sapere di poter guidare la Regione davvero, con piena libertà, guardando avanti e non indietro”.
E continua: “A Michele Emiliano e a Nichi Vendola mi legano stima e affetto sinceri, oltre che una storia comune di cui sono orgoglioso e che non rinnego. Ma io voglio essere un presidente libero, capace di assumermi fino in fondo la responsabilità delle scelte. Non voglio essere ostaggio delle decisioni di chi mi ha preceduto. La Puglia non ha bisogno di un presidente a metà. Non è una questione personale, è una questione politica, nel segno del rinnovamento”.
Infine, Decaro non esclude di rinunciare al ruolo di governatore per restare a Bruxelles, e non per ripiego: “Il lavoro in Europa che sto facendo è importante, prestigioso e impegnativo. Se non ci saranno le condizioni per tornare in Puglia, continuerò a lavorare lì, per la mia terra, sostenendo lealmente il candidato progressista alla guida della Regione.
Perché nessuna ambizione personale può venire prima del bene più prezioso: il futuro dei pugliesi”.
Il post di Decaro arriva poche ore dopo l’intervista di Michele Emiliano a La Repubblica, in cui ribadisce la volontà di candidarsi come consigliere regionale: “È un mio diritto costituzionale e non può esistere un diritto di veto sulle candidature, salvo che non si tratti di nomi impresentabili e non è questo il caso. Sarebbe un’esclusione immotivata”. “Stiamo solo cercando di uscire da questa situazione tutti insieme – ha aggiunto – come sempre abbiamo fatto”. Ma quale via di uscita, se la rinuncia di Emiliano è conditio sine qua non ribadita da Decaro per rompere gli indugi? Sembra così naufragare l’ipotesi di una imminente soluzione condivisa della diatriba, dopo l’incontro del disgelo di martedì scorso, concertato dal “paciere” Igor Taruffi inviato a Bari dalla segretaria dem Elly Schlein. Entro inizio settembre – questo era trapelato – la vicenda sarebbe stata chiusa, per consentire alla Schlein di arrivare in Puglia per la Festa regionale de l’Unità a Bisceglie in un clima sereno. Ma non sarà cosa facile, non solo in casa dem ma anche nella coalizione, visto che anche Nichi Vendola non vuol saperne di “veti del Pd in casa d’altri”, vale a dire Avs.
Intanto sul fronte opposto, spente le congetture su un possibile vertice dei leader di centrodestra in Valle d’Itria, dove la premier Giorgia Meloni ha scelto di concedersi qualche giorno di vacanza con la famiglia in un resort a Locorotondo, tutto è rimandato a settembre. Lo conferma il leader di Forza Italia e vicepremier Antonio Tajani in un’intervista al Corriere della Sera: “Non sarà questione di quote, ma di scegliere i migliori. A settembre decideremo tutti insieme”.

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