Si aspetta la “discesa” in Puglia della segretaria dem Elly Schlein, attesa a Bisceglie tra il 5 e il 7 settembre per la festa regionale dell’Unità, per sciogliere il nodo del candidato presidente del centrosinistra alle regionali d’autunno. Lo stallo da superare è ingombrante, per indurre Antonio Decaro a rompere gli indugi e scendere ufficialmente in campo: l’ex sindaco di Bari, ora a Bruxelles come eurodeputato e presidente della Commissione Ambiente, ha posto il veto alla candidatura del governatore uscente Michele Emiliano.
Dunque, spetta alla segretaria Dem risolvere la lotta intestina. Decaro ha dettato le sue condizioni: per Emiliano un ruolo di primo piano nella campagna elettorale, ma soltanto a suo supporto come fu a parti invertire nel 2020, e poi un posto da assessore esterno in giunta per restare in Puglia in attesa di entrare in parlamento al prossimo giro delle politiche.
Ma resta un altro peso massimo da “rimuovere”: per accontentare Antonio Decaro anche Nichi Vendola dovrebbe rinunciare a candidarsi alle regionali, e qui la faccenda si complica, perché la partita non è più del solo Partito Democratico ma dell’intera coalizione. Se ne discuterà nei prossimi giorni nel tavolo romano a cui parteciperanno i vertici nazionali, proprio per fare il punto sul dossier regionali. La mediazione richiesta da Decaro è stata affidata a Igor Taruffi, braccio destro di Schlein ma con un passato in Sel e amico di Fratoianni. Una scelta forse strategica per avere una chiave di entrata anche su Vendola.
Il caso Puglia blocca anche Campania e Calabria, anche se in nessun’altra regione il governatore uscente si ricandiderà per il consiglio regionale. Intanto temporeggiano gli alleati di Avs e Movimento 5 stelle, che puntano su Decaro e aspettano che sia il Pd a togliere la patata bollente dal fuoco, per entrare nel vivo della campagna elettorale.