LECCE – Indimenticabile, incancellabile e indelebile come l’inchiostro sulla pelle. Come un tatuaggio che non va più via. Sono trascorsi ben 18 anni da quel maledetto agosto del 2007, in cui la calda e passionale voce di Sergio Vantaggiato si è spenta, a soli 41 anni, per sempre. Sergio, il nostro Sergio, era una voce, la voce, il volto che per tutti i tifosi del Lecce era diventato un simbolo. Un vero e proprio punto di riferimento per tutti. Anche per la nostra famiglia, la redazione di TeleRama, di cui Sergio ne era il cuore pulsante.
Paolo Pagliaro, il nostro editore, lo ricorda con parole al “miele” e non potrebbe essere diversamente: “Il tempo passa, ma il cuore non conosce calendario. Dal quel giorno maledetto, il 14 agosto 2007, sono passati 18 anni, eppure la ferita è sempre aperta, viva come allora. Sergio Vantaggiato -si legge nel post di Pagliaro- ci è stato strappato via da una mano vigliacca, ma nessuno potrà mai portarci via il suo sorriso, la sua voce, la sua luce. Ogni giorno, in ogni gesto, in ogni pensiero, lui è qui. Con noi a TeleRama. Sempre. Oggi più che mai, il mio ricordo vola a lui, e la mia preghiera si fa forte. Ciao Sergio, continuerai a vivere nei nostri cuori”.
Eh si, perchè Sergio non era solo un giornalista sportivo, ma era molto di più: era la voce inconfondibile, calda e passionale delle telecronache giallorosse. Il punto di vista professionale e obiettivo sul suo amato Lecce. Con quell’immancabile erre moscia che lo caratterizzava e rendeva inimitabile ogni sua parola e ogni azione raccontata, come solo lui sapeva fare. Era unico e ha lasciato un vuoto sempre acceso in chi lo ha conosciuto, in chi ha avuto la fortuna anche solo di incrociare il suo sguardo. Ma anche in chi, non ha avuto modo di conoscerlo e di “attraversare” il suo sguardo timido e schivo. A volte, sfuggente, ma sempre fiero, leale e avvolgente. Come la sua voce, come i suoi pezzi e come l’amore per il suo lavoro. Per la sua famiglia e per tutto quello in cui credeva davvero.
Quel maledetto viaggio nella romantica Parigi, con il suo amato Martino, che nel 2007 aveva solo otto anni, doveva essere un momento da ricordare, da fotografare e da portare per sempre nel cuore. La vita, o meglio, il destino aveva un piano diverso da cui è stato impossibile sfuggire. Quella sera alla stazione di Bir-Hakeim, una mano violenta e crudele ha strappato via, non solo un borsello, ma una vita intera e una storia ancora tutta da scrivere e da raccontare.
Sergio è caduto, ha perso coscienza, è entrato in coma, e poi è volato via per sempre, lasciando un vuoto che ancora oggi è impossibile da colmare. Da spiegare e da capire. Sergio c’è, noi lo sentiamo, la sua voce risuona prepotente. Ancora, anche dopo 18 anni e sarà cosi per sempre. Ciao Sergio, ci manchi e ci mancherai. Per sempre.