SANNICOLA – Il Tribunale del riesame ha confermato le misure cautelari nei confronti degli indagati nell’inchiesta che il 9 luglio scorso ha travolto il Comune di Sannicola. Rigetto delle richieste di annullamento delle misure cautelari avanzate dai legali di Cosimo Piccione, ex sindaco di Sannicola, dei funzionari Giordano Carrozzo e Fiorella Rocca, di Gianpaolo Miglietta, ex responsabile dell’Ufficio Tecnico e RUP del Comune di Sannicola, dei funzionari Cosimo Walter Pennetta e Giuseppe Ingrosso, e di Cosimo Leo, ex dipendente della Provincia di Lecce, quest’ultimo finito già dai domiciliari all’obbligo di firma poiché durante l’interrogatorio di garanzia ha fatto presente che dal 2023 è in pensione. Il riesame ha ritenuto fondate le motivazioni del giudice per le indagini preliminari che aveva disposto la misura restrittiva, evidenziando l’alto rischio di inquinamento probatorio. Le misure cautelari, eseguite all’inizio di luglio, hanno interessato figure di rilievo nel Comune di Sannicola: con il vicesindaco, dimessosi dopo lo scandalo per evitare il carcere, accusato di essere il vertice di un presunto sistema di controllo illecito sull’amministrazione comunale. L’inchiesta ipotizza reati gravi: associazione per delinquere, corruzione, turbativa d’asta, frode, falso, peculato e interferenze sulle testimonianze. “Fermo restando il quadro indiziario per i reati per i quali si procede – scriveva la giudice fedele lo scorso 15 luglio, nel firmare l’ordinanza dei domiciliari per Piccione – sussistono le esigenze cautelari che hanno imposto la misura, attesi i rapporti personali dell’indagato con i coindagati anche a piede libero e con gli altri soggetti a vario titolo coinvolti nell’indagine. L’inchiesta è ancora in corso e restano sotto indagine non solo Piccione ma anche dirigenti, funzionari, imprenditori ed ex amministratori comunali, per un totale di 34 persone.
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