GALLIPOLI – A Gallipoli la stagione turistica 2025 regala anche un curioso paradosso: un gazebo abusivo, accertato già ad aprile, resterà indisturbato per tutta l’estate, venendo rimosso soltanto quando i vacanzieri stanno per andar via. Una vicenda che racconta molto di come, tra controlli, burocrazia e tempi amministrativi, il rispetto delle regole possa finire in secondo piano. Tutto comincia il 9 aprile, quando la polizia locale, durante un controllo lungo la riviera Cristoforo Colombo, contesta a un’attività commerciale l’occupazione di spazi pubblici in maniera difforme rispetto alle autorizzazioni concesse. Gli agenti documentano con fotografie e verbale la presenza di strutture eccedenti i limiti previsti e ordinano il ripristino dei luoghi. In altre parole: la violazione è chiara, l’abuso è certificato e, in teoria, dovrebbe essere rimosso in tempi rapidi. E invece no. Perché tra il verbale e la vera e propria ordinanza di rimozione passano quasi quattro mesi. Il documento che impone la rimozione viene firmato solo il 5 agosto, a stagione ormai avviata e con le spiagge gremite di turisti. Non basta: la data fissata per l’esecuzione del provvedimento — in caso di inadempienza — è il 2 settembre, alle 9 del mattino. Risultato? Dal 9 aprile al 2 settembre passano 146 giorni. Centoquarantasei giorni durante i quali la struttura contestata rimane dov’è. In una città come Gallipoli, dove l’economia stagionale si concentra in poche, intensissime settimane, questi tempi non sono un dettaglio: rappresentano un vantaggio competitivo enorme per chi infrange le regole, e un danno diretto per chi le rispetta. Mentre gli esercenti in regola affrontano costi, limitazioni e controlli serrati, chi è già stato sanzionato può, di fatto, sfruttare l’intera stagione prima di essere costretto al ripristino. Se la rimozione di un abuso accertato arriva dopo che l’abuso ha già prodotto tutti i suoi effetti economici, il messaggio che passa è: vale la pena rischiare. Il caso fotografa il divario tra norme e realtà, tra controlli e conseguenze.