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Calo di turisti: colpa dei servizi più che dei prezzi

Da giorni non si parla d’altro: il calo di turisti nel Salento. Se sarà vero o meno, lo si potrà stabilire solo a fine anno, poiché – come già constatato lo scorso anno – il periodo delle vacanze si è allungato e la stagione prediletta dai viaggiatori va ormai dalla primavera all’autunno. Un calo nei mesi più caldi potrebbe esserci, ma un incremento significativo nei periodi di spalla porterebbe comunque a un aumento complessivo dei turisti nell’arco dell’anno.
C’è però un campanello d’allarme da non sottovalutare. Se il calo dovesse essere confermato, la causa principale sarebbe da ricercare nella carenza dei servizi, perché il turista moderno cerca valore, non sconti.
La situazione dei trasporti nel Salento resta problematica: linee ferroviarie datate e lente, treni che raggiungono solo alcune zone, e un servizio di autobus – come “Salento in Bus” da Lecce alle spiagge – insufficiente per garantire una mobilità adeguata e un’esperienza turistica di qualità. L’intero sistema infrastrutturale, aggravato da burocrazia e mancanza di investimenti, rappresenta una debolezza strutturale di rilievo.
Sul fronte dell’ospitalità, invece, le strutture ricettive salentine si distinguono per moderazione: a luglio il prezzo medio di un pernottamento era di 134 euro, inferiore alla media nazionale di 156 euro.
In sintesi, il calo del turismo nel Salento non sembra legato tanto al “caro prezzi”, quanto alla carenza di servizi e infrastrutture: trasporti inadeguati, assenza di investimenti locali e, soprattutto, disparità di collegamenti aerei tra l’aeroporto di Brindisi e quello di Bari, con Aeroporti di Puglia che continua a incentivare lo scalo barese per i voli internazionali ma anche nazionali.
Mentre il settore ricettivo riesce a mantenere prezzi equilibrati, il settore pubblico fatica a reagire. Il caro spiaggia, per quanto spesso denunciato, sembra più un alibi: senza servizi di qualità, il turista rinuncia volentieri all’ombrellone. Anche perché un ombrellone può costare 30 euro o 10, così come un piatto di pasta: dipende da dove ci si siede, e i menù sono consultabili ovunque, anche online. Stesso discorso per le frise: una versione gourmet può costare 17 euro, ma se ne trova una anche a 5. Il turista, insomma, sa bene dove sedersi, in base alle proprie disponibilità economiche.

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