La competizione tra i porti di Genova e Trieste da una parte e Taranto dall’altra è evidente ai più informati e attenti, sfugge però ai più convinti che i problemi di quelli di Taranto siano un problema locale.
Le navi provenienti dall’Africa, dai bacini orientali del Mediterraneo e da Suez soprattutto trovano Taranto . Immaginate un porto efficiente, dragaggi compresi, ben collegato alle funzioni cargo dell’aeroporto di Grottaglie e alla rete ferroviaria nazionale. Giorni di anticipo su Trieste e Genova e soprattutto Rotterdam. Non ci sarebbe storia. E a pensar male ogni tanto si azzecca. Le ataviche lentezze di Taranto cioè hanno sempre favorito i porti del nord Italia e noi come tanti gonzi abbiamo fatto nulla o poco per ridurre questi svantaggi. Che a triestini e genovesi questo stato di fatto convenga è chiaro. C’è un altro aspetto a cui dovremmo pensare: la cantieristica e quella militare in particolare. Con queste bellissime immagini il confronto. Qualche tempo fa il Cavour la portaerei ammiraglia della nostra marina militare che entra in bacino nell’arsenale di Taranto per le manutenzioni e le immagini più recenti con l’ingesso nei cantieri di Fincantieri a Trieste per altre manutenzioni.
E qui la grande occasione: riportare a taranto Fincantieri che significa cantieristica italiana riconosciuta tra le più performanti al mondo sia per quella militare che per quella crocieristica. Come? C’è bisogno di chi si occupi di realizzare le grandi piattaforme per l’hub nazionale per l’eolico al polisettoriale, niente di meglio di una grande azienda italiana con respiro globale cioè Fincantieri che potrebbe di concerto ampliare la propria presenza in arsenale per il comparto militare. Investimenti, posti di lavoro, indotto. Per realizzare ci vuole visione. Quella che ci sembra manchi ancora alla nostra città.
Walter Baldacconi