BARI – Mercoledì, al più tardi venerdì. La Camera voterà la legge che mantiene inalterati i 50 seggi al Consiglio regionale entro questa settimana. Dopo di ché per gli schieramenti sarà il momento di avere qualche certezza in più su quante persone candidare e quante aspirazioni possono ritenersi concretamente realizzabili. Persiste, però, il macro problema della data delle elezioni che manca e mancherà sinché non sarà superata l’impasse Vendola-Decaro-Emiliano. Se davvero – ma difficilmente accadrà – il Partito democratico nazionale nella querelle non prenderà posizione così da indurre Antonio Decaro a rendersi indisponibile, il centrosinistra si troverà in una strada tutta in salita. Perché molte delle candidature sono legale all’impegno dell’europarlamentare. A cominciare dal dem Sergio Blasi che non ha mai nascosto di valutare la sua candidatura sulla base della presenza o meno di Antonio Decaro. Così faranno molti di Con pronti a partire per il fronte opposto: Lacatena, Clemente e il brindisino Leoci come già riferito. E a proposito di Con, si rincorrono ancora le voci che danno Alessandro Delli Noci possibilista sulla candidatura ma restano appunto voci perché dal diretto interessato non arriva nessuna conferma, ma anzi una chiusura verso l’argomento. E non è detto che sarà il Pd a proporre il nome del candidato per la terza volta di fila. Anche se i nomi già ci sono: Loredana Capone e Francesco Boccia in pole. Perché Avs qualcosa inizia a dirla. “Non abbiamo mai preso in considerazione l’ipotesi che non fosse Decaro il candidato presidente. Se Decaro dovesse comunicare la sua indisponibilità, parteciperemo al tavolo politico in maniera propositiva. La nostra storia, certifica che possiamo dire la nostra ed eventualmente avanzare proposte” ci dice il segretario regionale di Sinistra Italia Mino Di Lernia. Tradotto: abbiamo un peso, se Decaro non sarà della partita lo rivendicheremo. E questo apre scenari complicatissimi a due mesi e poco più dalle elezioni. Tant’è che la situazione preoccupa lo stesso leader del Movimento 5 Stelle Giuseppe Conte che ha sì fatto un vero e proprio endorsement nei confronti di Decaro dicendo che: “Siamo desiderosi di entrare in coalizione, bisogna voltare pagina e Decaro ha le carte in regola per essere il miglior interprete di questa prospettiva”. Ma, aggiungendo “il Pd deve dare un segnale”. Dal Movimento, insomma, suonano la sveglia agli alleati impantanati da mesi sulla diatriba dei tre governatori (uno passato, l’altro presente, l’altro aspirante). Così dall’altro lato fa anche la Lega che alla Camera ha convocato una conferenza stampa per rivendicare il suo peso in Veneto, ma che in Puglia non è escluso possa piazzare sul tavolo la candidatura di Massimo Cassano per strapparla al forzista D’Attis. Del resto l’ingresso di Puglia popolare nel Carroccio è un chiaro segnale. Come lo sono le parole del vicepresidente nazionale Durigon: la sfida in Puglia è “quasi impossibile” ma tutti gli sforzi sono tesi a “cambiare la rotta e il colore”.
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