POGGIARDO – Code interminabili, disservizi e attese fino a quattro ore. È la situazione che si è verificata nelle scorse ore all’esterno dell’impianto di biostabilizzazione TMP di Poggiardo, in contrada Pastorizze, lungo la strada per Giuggianello. Almeno venti compattatori sono rimasti fermi, in coda, per almeno 4 ore sotto il sole, incolonnati ai cancelli in attesa di conferire i rifiuti. Una storia, val la pena ricordarlo, che si ripete da anni.
Per far precipitare la situazione, questa volta, è bastato un guasto tecnico ad un macchinario di selezione. Un problema rientrato nel corso della mattinata, ma sufficiente a paralizzare l’intero impianto e mettere in luce la fragilità di un ciclo rifiuti che si regge già su un equilibrio precario.
A raccontare il disagio sono gli stessi operatori, stanchi ed esasperati, che parlano di una gestione sempre più caotica. Da inizio agosto, su disposizione di Ager, l’Agenzia regionale per i rifiuti, sono 32 i Comuni che conferiscono a Poggiardo, dopo la chiusura (almeno parziale) della discarica di Burgesi a Ugento.
Ma la confusione è palpabile: seppur in maniera ridotta, 17 comuni del Capo di Leuca e del Nord Leccese continuano a portare i rifiuti a Burgesi, ma solo in minima parte. Una frammentazione che, secondo gli operatori ecologici, complica ulteriormente il lavoro quotidiano.
E mentre le attese si allungano e i mezzi restano fermi, carichi di rifiuti, sotto il sole, la sensazione diffusa è che manchi un piano chiaro, una regia capace di garantire continuità e tempestività.
“Un disagio che – lamentano gli operatori ecologici – si ripresenta puntualmente nei momenti più delicati dell’anno, come l’estate o le festività, quando la popolazione sul territorio aumenta sensibilmente. Ma la gestione – denunciano gli addetti ai lavori – resta sempre la stessa: impreparata a fronteggiare anche il più piccolo imprevisto”.
