ROMA – C’erano anche giovani salentini tra il milione di partecipanti alla messa conclusiva del Giubileo dei Giovani, celebrata da Papa Leone XIV a Tor Vergata, alle porte di Roma.
Un evento straordinario per partecipazione, ma soprattutto per intensità spirituale. Sette giorni di pellegrinaggio, confronto, preghiera, durante i quali ragazzi e ragazze provenienti da tutta Italia si sono messi in cammino non solo fisicamente, ma anche interiormente.
Dal Salento sono partiti complessivamente 468 giovani, distribuiti tra le diocesi di Ugento, Nardò-Gallipoli, Lecce e Otranto. Ognuna ha organizzato un proprio percorso, con tappe diverse ma un obiettivo comune: vivere un’esperienza di Chiesa viva e condivisa, al fianco del Santo Padre e dei loro coetanei.
Dalla diocesi di Ugento sono partiti in 150, accompagnati da otto sacerdoti. Alcuni lunedì, altri venerdì, e hanno preso parte a tutte le attività previste: la giornata penitenziale, la veglia di sabato sera, la notte all’aperto e infine la messa di chiusura.
Sono stati invece 30 gli adolescenti della diocesi di Nardò-Gallipoli, accompagnati da sette educatori e tre sacerdoti. Un gruppo compatto, arrivato sabato, che ha preso parte con entusiasmo a questo importante momento giubilare.
L’arcidiocesi di Lecce ha portato a Roma il gruppo più numeroso: 170 giovani, accompagnati da dodici sacerdoti e dall’arcivescovo, monsignor Angelo Raffaele Panzetta. Prima di arrivare a Roma, il gruppo ha fatto tappa a L’Aquila, sostando in preghiera nella Basilica di Collemaggio e vivendo momenti di fraternità con altri pellegrini.
L’arcidiocesi di Otranto, infine, ha coinvolto 95 ragazzi, partiti da Campitello Matese, dove avevano appena concluso un campo formativo centrato sul discernimento e sull’accompagnamento. A Roma sono entrati passando per la Porta Santa della Basilica di Santa Maria Maggiore, dando inizio al loro cammino giubilare con un gesto di forte significato spirituale.