CASARANO – “Alziamo le barricate contro la chiusura temporanea della Psichiatria e lo stop della guardia attiva di anestesisti di pomeriggio. No al taglio di servizi e reparti all’ospedale di Casarano”. Così il consigliere regionale Paolo Pagliaro, che al Ferrari ha dedicato diverse ispezioni, denunciando il mancato rispetto degli impegni assunti in Commissione Sanità in risposta alle sue sollecitazioni.
“Un presidio irrinunciabile per il territorio, che va potenziato e invece viene smantellato e per il quale mi batto da anni – incalza – I piani della Regione sono ormai chiari, e abbiamo imparato purtroppo sulla nostra pelle che le chiusure provvisorie sono soltanto l’anticamera della dismissione definitiva. Per questo teniamo sempre alta la guardia a difesa della sanità pubblica del nostro territorio e non ci siamo mai lasciati incantare dal miraggio del grande ospedale del Sud Salento Maglie-Melpignano, rimasto ad oggi su carta e diventato un pretesto per depotenziare sistematicamente le strutture esistenti. Un bluff – incalza – che abbiamo smascherato e denunciato più volte, chiedendo di assicurare subito la piena operatività di ospedali e pta, vista la totale incertezza sull’effettiva realizzazione del nuovo nosocomio.
Sono al fianco dei cittadini di Casarano e Insisto perché l’ospedale torni ad essere di primo livello – continua Pagliaro – considerato che serve un bacino d’utenza di ben 180mila abitanti, che in estate si moltiplica per le presenze turistiche. Ci opponiamo al disegno politico della Regione Puglia di affossare quest’ospedale, nonostante il suo grande potenziale di risorse professionali e strumentali e i suoi reparti d’eccellenza: Urologia, Neurologia, il Centro di orientamento oncologico. Di contro, c’è lo smantellamento del reparto di Chirurgia generale, che conta 24 posti letto ma è carente di personale, senza medici per le guardie notturne e i festivi, e senza anestesisti.
La sanità – conclude il consigliere – è un diritto mortificato e negato al Ferrari, e questo scempio ha nomi e cognomi: il presidente della Regione Emiliano e l’assessore alla sanità Piemontese, sordi alle nostre reiterate richieste di venire sul posto per rendersi conto dello stato in cui hanno ridotto il Ferrari e la nostra sanità”.