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Dibattito sulla mozione di sfiducia, Emiliano si salva per cinque voti

BARI –  Il Governatore Michele Emiliano schiva la mozione di sfiducia ma non la crisi, che è tutta nei numeri.

Il Consiglio regionale della Puglia ha respinto, con 25 voti contrari contro 20 favorevoli, la richiesta di anticipare la discussione sulla mozione presentata dalle opposizioni contro il presidente della Regione.

Un risultato che era nell’aria e che ha messo a nudo le difficoltà della maggioranza, sempre più fragile e meno compatta.

La mozione era il 41° punto all’ordine del giorno e sarebbe servito un voto dell’aula per portarla in discussione anticipata. L’opposizione ha potuto contare sui suoi 19 – più, con ogni probabilità, quello della pentastellata dissidente Antonella Laricchia. Le quattro astensioni del M5S, già annunciate, hanno fatto il resto, impedendo ogni possibilità di dibattito.

Tradotto: in aula il campo largo ancora una volta vacilla e le crepe potrebbero diventare fratture non risanabili nei prossimi mesi, con le elezioni regionali all’orizzonte.

“Di fatto non serve neppure più votare la mozione di sfiducia, perché questa maggioranza non ha più i numeri per governare la Puglia” tuonano da Fratelli d’Italia il capogruppo Perrini e i consiglieri Dino Basile, Luigi Caroli, Giannicola De Leonardis, Paolo Pagliaro, Tommaso Scatigna e Tonia Spina.

“Aver impedito la discussione – incalzano – è francamente un comportamento antidemocratico del centrosinistra, che vuole tirare a campare fino alla fine di questa legislatura, ma che è già talmente alla ‘frutta’ che parlare contro è come sparare sul ‘pianista’.

Non aver voluto discutere la mozione – continuano – ha ampliato maggiormente la crisi che il governo e la maggioranza regionali stanno vivendo, cristallizzata dalla misera figura di non aveva neppure i numeri (con votazione segreta) per anticipare alcuni punti dell’ordine del giorno, così come richiesto dal capogruppo del PD, Paolo Campo. Siamo di fronte ad un campo largo lacerato al proprio interno da una campagna elettorale che ha molti galli nel pollaio, pronti a pizzicarsi fra loro anche a scapito degli interessi dei pugliesi”.

La mozione di sfiducia, però, non è l’unica miccia ad aver acceso la seduta delle scorse ore.

Per la nona volta consecutiva, infatti, è tornata a farsi sentire anche in questo consiglio la protesta degli agricoltori interessati alla votazione dell’emendamento per la sospensione del tributo 630 a fronte di opere di bonifica ferme anche da più di 10 anni. Votazione che è avvenuta sì, ma con voto segreto, come richiesto dalla maggioranza. Il risultato? Emendamento bocciato. “La sospensione non è in capo alla potestà regionale” ha motivato l’assessore al ramo, Donato Pentassuglia. Il malcontento degli agricoltori è esploso in aula.

 

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