COPERTINO – Mattinata di caos all’ospedale di Copertino, dove si è vissuta l’ennesima situazione di emergenza legata alle gravi carenze del sistema sanitario locale. Ben sette ambulanze sono rimaste in fila per ore davanti al Pronto Soccorso dell’ospedale San Giuseppe, impossibilitate a sbarellare i pazienti a causa della cronica mancanza di barelle e della carenza di personale medico e infermieristico, sempre più ridotto all’osso.
Al centro della vicenda, ancora una volta, l’incapacità del sistema di gestire l’afflusso dei pazienti in un periodo particolarmente delicato dell’anno, caratterizzato da un’impennata delle richieste di soccorso. Utenti, peraltro, che non trovano le dovute risposte nel proprio comune, finendo per intasare i Pronto soccorsi. Le ambulanze, bloccate all’esterno della struttura sanitaria, hanno dovuto trattenere a bordo i pazienti in attesa che si liberassero letti o si rendessero disponibili operatori in grado di prenderli in carico. Il tutto sotto il sole cocente di fine luglio.
Il Pronto Soccorso si è così trasformato in un imbuto. Le ambulanze, una volta bloccate davanti al nosocomio, non possono essere reintegrate nel circuito operativo, riducendo drasticamente la capacità di risposta sul territorio. Questo si traduce in ritardi nei soccorsi, ambulanze non disponibili per nuovi interventi e un servizio che rischia il collasso nei momenti in cui sarebbe invece più necessario essere tempestivi ed efficienti.
Non si tratta di un caso isolato. Situazioni come questa si ripresentano con preoccupante regolarità, anche negli altri pronto soccorso della provincia. Quanto accaduto a Copertino è solo l’ultima manifestazione di una crisi strutturale che attanaglia il sistema sanitario locale, dove mancano risorse e programmazione. Una crisi che si scarica interamente sulle spalle di medici, infermieri e operatori del 118, che nonostante tutto continuano a garantire il servizio con dedizione e professionalità, spesso in condizioni al limite della sopportazione.