L’ultima domenica di luglio è stata segnata dall’ennesimo incendio. Un vasto rogo ha infatti devastato l’area di Cardigliano, nel basso Salento, cancellando ettari di macchia mediterranea e pineta, in una delle zone naturalistiche più preziose della provincia di Lecce. Le fiamme, alimentate dal caldo torrido e dal vento, sono divampate intorno alle 11:00 e hanno costretto all’intervento immediato e massiccio di Vigili del Fuoco, ARIF, Protezione Civile e Guardie Ambientali. È stato necessario anche l’intervento di un Canadair, richiamato per domare un fronte di fuoco che sembrava inarrestabile.
Solo intorno alle 16:30 le operazioni di spegnimento hanno lasciato spazio alla bonifica. Ma ciò che resta è un paesaggio annerito, uno squarcio nel polmone verde del Salento.
“Siamo di fronte a una situazione disastrosa”, ha denunciato con forza Davide Rizzello, dirigente provinciale delle Guardie Ambientali d’Italia. “Servono urgentemente più risorse, sia in termini di personale che di mezzi. Non possiamo combattere un’emergenza climatica e ambientale con strumenti ordinari. Il Salento sta bruciando, e lo sta facendo nell’indifferenza generale”.
Quello di Cardigliano del resto non è un caso isolato. È solo l’ultimo, tragico episodio di un’estate rovente in cui gli incendi stanno martoriando l’intero territorio.
