Tende montate in pieno centro, materassi stesi sul prato, coperte lasciate ad asciugare al sole e oggetti personali sparsi tra le aiuole. A Gallipoli, in occasione della festa patronale di Santa Cristina, il centro storico si è trasformato – ancora una volta – in un vero e proprio accampamento improvvisato. Gli ambulanti, arrivati da ogni parte, si sono sistemati dove hanno potuto: piazze, giardini pubblici, marciapiedi e persino le scalinate storiche sono diventati luoghi di fortuna per chi non ha un alloggio.

Una scena che si ripete puntualmente ogni anno, sotto gli occhi increduli di cittadini e turisti, ma anche dell’amministrazione comunale, che continua a non intervenire. Nessun controllo, nessuna forma di regolamentazione. Il tutto lasciato al caso, come se fosse ormai parte integrante della festa.
Eppure, la situazione solleva interrogativi seri: dal punto di vista igienico-sanitario, per le condizioni precarie in cui vivono centinaia di persone per giorni, fino al tema – altrettanto importante – del decoro urbano e dell’immagine turistica di una città che, proprio in questo periodo, tocca il picco massimo di presenze.

A denunciare il degrado sono gli stessi gallipolini e gli operatori economici del centro, sempre più esasperati nel vedere la città ridotta in queste condizioni proprio nel momento in cui dovrebbe offrire il suo volto migliore. Gli spazi verdi di via Kennedy e le antiche sedute in pietra lungo corso Roma si sono trasformati in dormitori a cielo aperto, con lenzuola e cartoni sistemati tra le panchine. In alcuni casi, le postazioni per le bancarelle sono state tracciate con vernice spray direttamente sulle superfici storiche, deturpando scorci preziosi e arrecando ulteriori danni all’ambiente urbano.
Un’immagine indecorosa, che stride con la bellezza e il valore storico di Gallipoli.
