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La Corte Costituzionale salva i sindaci: illegittime le dimissioni 180 giorni prima

BARI – La Corte Costituzionale ha dichiarato illegittima la norma della Regione Puglia che stabilisce l’obbligo per i sindaci candidati al Consiglio regionale, di dimettersi 180 giorni prima della fine della legislatura. Ora, dunque, il contatore riparte dalla data di presentazione delle candidature.

La Corte ha spiegato che i profili di incostituzionalità riguardano due aspetti che rendono la norma pugliese, “sproporzionata” rispetto alle altre Regioni che pure sulla materia avevano normato in ordine sparso. Il primo profilo di disparità sta nei 180 giorni: “irragionevole e sproporzionato”, dice la Corte perché “si colloca tra quelle più restrittive del medesimo interesse, senza che tale maggior sacrificio sia temperato, come in analoghe previsioni rinvenibili nell’ordinamento, o dalla limitazione dell’ineleggibilità ai comuni con popolazione superiore a determinate soglie o, comunque, dalla fissazione di termini per le dimissioni sensibilmente ridotti rispetto a quello di centottanta giorni prima della scadenza del consiglio regionale”. Il secondo profilo di disparità è, come si è appena letto, relativo alla popolazione dei comuni. Non aver introdotto – come invece fa la norma nazionale – il numero di abitanti è penalizzante per i piccoli comuni. Perché, dice la Corte, “sembra ragionevole presumere, invero, che il rischio di turbamento o di condizionamento delle elezioni regionali aumenti con le dimensioni demografiche degli enti locali “governati” dagli aspiranti candidati e con i relativi interessi economici e sociali facenti capo agli stessi enti”.

Dunque, ora si torna alla precedente norma. La Consulta, infatti, per “evitare incertezze applicative in materia elettorale” (dubbio che effettivamente circolava nel palazzo regionale) ha stabilito che è opportuno recuperare la normativa già presente nell’ordinamento, sostituendo il termine di 180 giorni prima della scadenza della legislatura, con quello fissato per la presentazione delle candidature. Quindi, si torna al punto di partenza, dimissioni sì ma alla presentazione delle candidature. Limite che ad oggi non è fissato non essendo state indette le elezioni.

Sono tanti i primi cittadini che attendevano la sentenza, perché tanti sono quelli che ambiscono al salto in Consiglio regionale, Stefano Minerva, Dina Manti, Gabriele Abaterusso, Pippi Mellone, Francesco Zaccaria per citarne alcuni. Ora bisognerà capire se ci sarà spazio per tutti.

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