BARI –
L’unica certezza è che le elezioni regionali non saranno rinviate. Lo ha detto con chiarezza il presidente della Conferenza delle Regioni, Massimiliano Fedriga al termine dell’incontro tenuto con la presidente del Consiglio Giorgia Meloni a Palazzo Chigi. “Ormai – ha detto – tutte le Regioni hanno detto che non ipotizzano alcuno slittamento e quindi dobbiamo lavorare per capire se esiste una possibilità tecnica per salvaguardare i bilanci”. E dunque a maggior ragione i partiti dovranno correre. Il centrodestra sta cercando la quadra nel vertice convocato in serata. Per la Puglia dovrebbe, comunque, trattarsi di una conferma a quanto già circola da settimane: la paternità della candidatura spetta a Forza Italia e l’investitura cadrà sul segretario regionale Mauro D’Attis. Nel centrosinistra, invece, un nuovo psicodramma. Le ultime dichiarazioni di Antonio Decaro hanno diffuso panico sebbene non siano differenti rispetto a quelle che ripetete, continuamente da mesi: “Io sono un uomo politicamente pratico, parlo di fatti concreti e non di ipotesi futuribili. Io non sono candidato” per le elezioni regionali in Puglia, “oggi sono il presidente della commissione più importante in Europa. Le ipotesi futuribili sono proprio su cui, invece, lui stesso continua a lavorare interloquendo con i singoli candidati. Sebbene persista la criticità maggiore che ha portato Decaro a dire che non ci sono le condizioni per la sua candidatura: la presenza di Michele Emiliano e Nichi Vendola nelle liste di Pd e Avs in qualità di consiglieri regionali. Eppure, nonostante dichiarazioni al cardiopalma, l’impasse nel centrosinistra potrebbe risolversi a breve. Il governatore Emiliano, se costretto, sarebbe disposto al passo indietro per cagionare danni alla coalizione. Non è chiaro ciò che farà Nichi Vendola, probabilmente si comporterà nello stesso modo. La soluzione, sebbene sembri estremamente complessa, è insistente: per Emiliano potrebbe prospettarsi l’incarico di commissario straordinario dell’ex Ilva. Una ipotesi da fantascienza? Sì ad un primo impatto. Nella realtà è sul tavolo. Il governo sarebbe favorevole ma Emiliano accetterebbe solo se la decarbonizzazione fosse garantita. La nomina, come spesso accade in determinati campi quali sanità e rifiuti, arriverebbe prima della fine del mandato ma perdurerebbe anche dopo. Fermo restando che la volontà di Emiliano è quella di candidarsi, ma non al punto da danneggiare la coalizione.