TARANTO – Ogni giorno che passa è un giorno di silenzio e attesa per i tifosi del Taranto. Un silenzio che pesa come un macigno, perché il futuro del club è appeso a un filo sottile: la liquidazione giudiziale è ormai alle porte, il fallimento sembra inevitabile, e intanto i cuori rossoblù continuano a battere forte, sperando di capire come e quando si potrà ripartire.
Il Taranto Fc 1927, quello che tutti conoscevano, sta per scomparire ufficialmente dal calcio italiano. Senza l’accettazione del concordato, infatti, la vecchia società perderà la sua affiliazione alla FIGC e sarà davvero la fine di un’epoca. Ma come ogni fine, anche questa lascia spazio a un’unica grande domanda: “Come rinasceremo?”
In città circolano mille voci. Si parla di contatti tra il sindaco Bitetti e la Federazione, di imprenditori pronti a investire per ridare un nome e un futuro al Taranto. Nulla però ancora di ufficiale, si attende l’epilogo dell’era Giove; al momento, non ci sono certezze. Non ci sono bandi pubblici, non ci sono comunicati ufficiali, solo un’attesa che logora l’anima di chi ama questi colori. E intanto i tifosi attendono di capire chi prenderà in mano i loro colori.
Tra smentite, suggestioni e timidi interessamenti di vecchi e nuovi nomi del calcio italiano, una cosa è certa: chiunque guiderà il nuovo Taranto dovrà affrontare da subito un altro problema enorme, quello dello stadio. Lo Iacovone, infatti, non sarà utilizzabile per tutta la stagione 2025/26, e la soluzione più concreta sembra il campo di Massafra. Un campo che, però, dovrà essere condiviso con la squadra locale, impegnata anche lei in Eccellenza.
Alla fine, in questa estate senza certezze, l’unica verità è una: il Taranto può anche fallire come società, ma il Taranto, quello vero, vive nei suoi tifosi. E loro sono già pronti a rialzarsi.
