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Arrestato per droga, scatta il sequestro preventivo di Rolex, auto e un diamante

MELISSANO – Auto di lusso, un Rolex, contanti, un diamante e i beni di una società: è questo il bottino sequestrato ad un 30enne originario di Melissano, finito in manette lo scorso maggio ad Alliste durante un blitz antidroga nella zona 167. L’operazione, condotta dalla Guardia di Finanza, ha smantellato quello che è stato definito un vero e proprio bazar dello spaccio.
Il sequestro preventivo dei beni è stato eseguito dai finanzieri della Compagnia di Gallipoli, guidati dal capitano Fabio Gugliandolo. Secondo gli inquirenti, infatti, il patrimonio accumulato dal 30enne sarebbe frutto dell’attività di spaccio. Tra i beni sequestrati figurano due auto: un’Alfa Romeo Stelvio Quadrifoglio da, dal valore di circa 75.000 euro, e un’Audi RS Q3 3000, del valore stimato di 95.000 euro. Oltre ai veicoli, sono stati sequestrati anche un Rolex GMT Master da 25.000 euro, un diamante, 10.000 euro in contanti e i beni riconducibili ad una società intestata al 30enne, che su carta si dovrebbe occupare di rivendita di auto, ma in realtà risulterebbe essere, secondo i finanzieri, una scatola vuota.
Secondo quanto accertato dalle Fiamme Gialle, il valore complessivo dei beni sarebbe nettamente sproporzionato rispetto al reddito dichiarato dal 30enne, facendo così ipotizzare un’origine illecita, legata in particolare allo spaccio di stupefacenti. Proprio questo squilibrio patrimoniale ha portato al provvedimento di sequestro, firmato dal giudice per le indagini preliminari Angelo Zizzari su richiesta del pubblico ministero Erika Masetti.
Il 30enne era stato arrestato insieme a due parenti. Nel corso delle perquisizioni, all’interno della loro abitazione era stato rinvenuto un chilo di cocaina, una busta contenente monete di oltre 10 kg e un diamante, già sequestrati in quell’occasione. L’operazione della Guardia di Finanza era scattata in seguito alla tragica morte per overdose di un 36enne della zona, un evento che aveva acceso i riflettori sulla fitta rete di spaccio presente nell’area. Un’attenzione che si era intensificata anche grazie alla coraggiosa denuncia del parroco locale, Don Dario Donateo, che in una pubblica omelia aveva condannato gli spacciatori, definendoli senza mezzi termini “venditori di morte”.
Dal maggio scorso, il 30enne, difeso dall’avvocato Francesco Fasano, si trova nel carcere di Lecce.

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