BRINDISI – L’Ordine delle Professioni Infermieristiche di Brindisi ha denunciato pubblicamente l’aumento della violenza contro gli operatori sanitari. In particolare, ha contestato l’uso strumentale di uno studio universitario sulle disparità di genere, giudicato inadeguato a rappresentare la realtà lavorativa e le aggressioni subite dal personale sanitario in Puglia. Lo studio, infatti, non è stato commissionato dalla Regione, non è centrato sulle professioni sanitarie e non analizza i contesti operativi in cui si verificano gli episodi di violenza, che colpiscono soprattutto gli infermieri, presenti in larga parte nel campione analizzato.
OPI Brindisi ha espresso forte delusione per l’esclusione della professione infermieristica dall’Osservatorio Regionale sulla Sicurezza degli Esercenti le Professioni Sanitarie, ritenendola una decisione politica che priva gli infermieri di una voce autonoma all’interno di un organismo che dovrebbe tutelare chi lavora in prima linea. Nella sua comunicazione, l’Ordine ha chiesto maggiore attenzione alla realtà quotidiana dei reparti e ha rivendicato la necessità di uno studio indipendente centrato sulle reali condizioni di lavoro, interventi mirati sulla carenza di personale e una maggiore protezione sul piano istituzionale.
Secondo OPI Brindisi, gli infermieri non cercano applausi, ma condizioni dignitose e sicure per svolgere il proprio lavoro. Le richieste non sono rivolte alla visibilità, ma alla concretezza: più rispetto, più tutele, più verità.