È stata iscritta nel registro degli indagati per truffa ed esercizio abusivo dell’attività finanziaria la 54enne di Ruffano al centro di una presunta frode milionaria che avrebbe coinvolto decine di persone. Nelle scorse ore, su disposizione della Procura, la Guardia di Finanza ha effettuato una serie di accertamenti nella sua abitazione, acquisendo documentazione ritenuta utile ai fini dell’inchiesta. Sotto sequestro sono finiti anche diversi supporti digitali – tra cui computer e telefoni cellulari – che saranno ora analizzati dagli inquirenti. Al momento, la donna è l’unica indagata, ma gli investigatori parlano di un’inchiesta articolata e ancora nelle fasi iniziali.
Secondo le accuse, la 54enne, consulente finanziaria ed ex dipendente di banca, avrebbe messo in piedi un sistema che prometteva facili guadagni attraverso investimenti su una presunta piattaforma di trading online con sede a Londra. Un meccanismo che avrebbe coinvolto diverse persone per un giro d’affari vicino ai dieci milioni di euro.
Le vittime sono professionisti stimati, agenti delle forze dell’ordine, medici, pensionati, ma anche semplici cittadini. Tutti accomunati da un’amara realtà: aver affidato alla donna i risparmi di una vita. Tra i casi più significativi, quello di un medico salentino in servizio nelle guardie mediche della provincia di Lecce. Dopo un primo investimento da 30mila euro, convinto dalla fiducia riposta nella consulente, il professionista avrebbe continuato a versare denaro fino a raggiungere un’esposizione complessiva superiore ai 180mila euro.
Attraverso sedicenti report ricevuti via WhatsApp, sarebbe stato rassicurato sull’andamento positivo del proprio capitale, cresciuto – a suo dire – fino a superare 1 milione e 300mila euro. In parallelo, sono iniziate le richieste di ulteriori versamenti per presunte “tasse” da versare all’Agenzia delle Entrate britannica. Nel tentativo di non perdere quanto maturato, il medico ha eseguito ulteriori bonifici, fino a superare il mezzo milione di euro. Ma i conti di destinazione non risultavano intestati ad alcun ente ufficiale, bensì a soggetti sconosciuti.
E come lui, nella rete sarebbero finite tante altre persone. Le denunce sono aumentate di settimana in settimana. Alcuni investitori si sono così rivolti alla magistratura, che ha avviato le indagini ipotizzando anche l’esistenza di una possibile associazione per delinquere. Le verifiche puntano ora a identificare i titolari dei conti correnti – italiani ed esteri – su cui sono confluiti gli ingenti bonifici.