Otto persone, ritenute appartenenti al clan Velluto di Bari, sono state arrestate dai carabinieri del Comando provinciale in esecuzione di un’ordinanza emessa dal Tribunale di Bari su richiesta della Dda, dopo le condanne in primo grado per associazione di tipo mafioso e associazione finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti aggravata dal metodo mafioso. L’esito del processo di primo grado ha portato a 23 condanne con pene fra dai 3 e ai 30 anni di reclusione, per un totale di 437 anni di carcere.
A capo del gruppo ci sono Domenico Velluto e Giovanni Fasano. I riscontri si basano su deposizioni rese dai testimoni e dai collaboratori di giustizia, e su intercettazioni telefoniche e ambientali. Alla base dei provvedimenti restrittivi ci sono esigenze cautelari perché, nel prosieguo delle indagini, è emerso che le persone condannate continuano ad essere inserite nel circuito criminale, a frequentarsi tra loro, a vivere di proventi delle attività illecite, risultando privi di reddito e in gran parte sorvegliati speciali di pubblica sicurezza, tanto da essere coinvolti di recente in altri gravi reati. Secondo gli inquirenti, anche con i capi in carcere arrivano gli ordini per proseguire a dare operatività al clan. L’indagine, che ha portato alle condanne di primo grado, avviata nel 2002 e condotta fino al 2016, è stata incentrata sul quartiere Carrassi di Bari e sulla zona di San Marcello. Nel periodo oggetto d’indagine è stato accertato, anche in via giudiziaria, che il clan Velluto aveva a disposizione un gran numero di armi, utilizzate anche in efferati fatti di sangue, compiuti per assoggettare e controllare il territorio d’influenza con la forza di intimidazione.
