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Processo case popolari, emessa la sentenza: dodici condanne e diverse assoluzioni

Lettura della sentenza processo case popolari

Dopo anni di inchieste, udienze e testimonianze, è arrivata la sentenza sul processo relativo all’assegnazione pilotata di alloggi popolari nel capoluogo salentino. Il processo ha puntato i riflettori su presunte irregolarità nelle assegnazioni di case popolari, frutto di un’inchiesta delle fiamme gialle che indagarono tra il 2012 e il 2017 e che portò il 7 settembre del 2018 ad arresti eccellenti. Secondo l’accusa amministratori e tecnici comunali avrebbero assegnato a loro discrezione alloggi di edilizia residenziale pubblica, ponendo come condizione il voto ai candidati volta per volta indicati, ma anche regalie varie. Il Tribunale di Lecce ha emesso una serie di condanne per ex amministratori pubblici, dirigenti comunali e privati cittadini coinvolti a vario titolo nella vicenda. Ridotte le condanne invocate per 12 degli imputati, molte le assoluzioni, anche in virtù del fatto che nel frattempo alcuni dei reati, come la corruzione elettorale e le occupazioni abusive siano scaduto o diventati inesistenti, come l’abuso d’ufficio.

Dodici le condanne pronunciate:
Luca Pasqualini, ex assessore comunale, è stato condannato a 5 anni di reclusione;
Attilio Monosi, anche lui ex assessore, a 3 anni e 6 mesi;
Paolo Rollo a 3 anni e 6 mesi;
Francesca Sansò a 2 anni e 8 mesi;
Antonio Torricelli a 4 anni;
Giuseppe Nicoletti a 10 mesi;
Raffaele Guido a 2 anni e 6 mesi;
Liliana Guido a 2 anni e 8 mesi;
Monia Gaetani a 4 anni;
Monica Durante a 3 anni;
Sergio De Salvatore a 3 anni;
Pasquale Gorgoni a 3 anni.

Assolti, tra gli altri 24 dei 36 imputati, Damiano D’Autilia, Giovanni Puce e Piera Perulli. Le motivazioni della sentenza saranno depositate entro 90 giorni

Soddisfatti della sentenza i legali difensori di Monosi poiché viene assolto dall’accusa di associazione per delinquere. “Per sette anni – dicono – Palazzo Carafa non è stato gestito da un’associazione criminale come sosteneva la procura. Monosi, inoltre, è stato assolto da tutte e 20 le ipotesi di corruzione e da peculato. Due gli episodi di falso in atto pubblico che sono costati una condanna a 3 anni e 6 mesi”

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