BARI – Si complica il percorso che dovrebbe evitare il taglio di 10 consiglieri regionali nella prossima legislatura. L’emendamento presentato a più firme, primo il forzista D’attis e che, in buona sostanza, introduceva una soglia di tolleranza del 5 percento per calcolare il numero di eletti in base alla popolazione della regione d’elezione, è stato dichiarato “improcedibile” dalla commissione parlamentare che lo aveva in esame, perché “inconferente con la materia”.
Un intoppo non previsto. Martedì, comunque, sarà una giornata altrettanto rilevante perché si conoscerà l’esito del ricorso presentato dallo stesso D’attis contro la decisione della commissione. Se, ma appare alquanto improbabile, sarà ritenuto ammissibile la situazione dovrebbe volgere al meglio. Se, invece, come pare, sarà confermata l’improcedibilità, l’emendamento sarà riproposto alla Camera come modifica ad altra legge.
E’ l’unica strada, quella nazionale, per impedire che la soglia dei consiglieri scenda a 40 dopo il decremento della popolazione pugliese sotto la soglia dei 4 milioni di abitanti. E questo, se sarà irreversibile, fa tornare più prepotente la necessità di mettere mano alla legge elettorale regionale che, nella bozza presentata dall’azionista Mennea, prevede l’introduzione – come più volte anticipato – del consigliere supplente. Ovvero, il consigliere eletto che viene nominato assessore, si sospende dalla carica in consiglio per il tempo del mandato, al suo posto subentra il primo dei non eletti. Questo significa, stante la legge attuale, recuperare dagli 8 ai 10 consiglieri a seconda del numero di assessori esterni scelti. Ma certamente varrà solo per la maggioranza.
