SportTaranto

Taranto, si chiude un anno negativo

TARANTO – Epilogo amaro di un 2024 che il calcio tarantino ricorderà come un lungo naufragio in mare aperto, senza una rotta né un faro a illuminare la via. Quel che doveva essere l’anno della consacrazione si è trasformato in una lenta e inesorabile discesa negli abissi. Si era cominciato con il vento in poppa: una squadra orgogliosa, guidata da un timoniere d’esperienza come Ezio Capuano, che aveva acceso il sogno della Serie B, infiammando i cuori di una città intera. Ma come in una tragedia greca, il sogno si è sgretolato tra le mani.

Poi l’annuncio del disinteresse di Massimo Giove ha fatto da preludio a un declino inarrestabile. Capuano, figura carismatica e simbolo di speranza, è stato il primo tassello a cadere in un domino di eventi nefasti. Via lui, via i protagonisti sul campo, in un fuggi fuggi generale che ha lasciato il Taranto senza identità e senza anima. Fabrizio Lucchesi ha preso il timone dirigenziale per lasciarlo dopo aver messo in sicurezza – fino a quel momento – la questione societaria, mentre in panchina si sono succeduti prima Carmine Gautieri e poi Michele Cazzarò, tarantino doc chiamato a tamponare una falla ormai troppo grande. Il resto è stato un susseguirsi di incertezze.
Oggi, il Taranto naviga alla deriva, privo di un capitano e di una bussola. La nave rossoblù si è arenata su una secca di caos societario, con la cessione del club che appare una tela di Penelope, intessuta di promesse mai portate a termine totalmente e trattative che appaiono ma poi si dissolvono come nebbia al sole. L’offerta di Di Stefano e il rilancio di Apex sono fiammelle che stentano a illuminare il buio profondo in cui è sprofondata la società. Intanto, gli stipendi non pagati pesano come un’ancora, e i calciatori, stanchi di promesse vane, minacciano azioni legali.
Sul campo, lo scenario non è meno desolante. Contro il Giugliano, la squadra è stata guidata dall’allenatore dell’Under 15 Bisignano, grazie ad una deroga della Lega che non concederà più: serve un comandante vero, e serve subito. Domenica si scende in campo a Latina e ancora non si come e con chi.

Mentre la squadra arranca verso una retrocessione in Serie D che ormai sembra scritta nel destino, la città di Taranto si prepara a inaugurare uno stadio nuovo di zecca. Un paradosso crudele, come una nave scintillante senza equipaggio e senza porti da raggiungere. Lo stadio, che doveva essere il simbolo di una rinascita, rischia di diventare un monumento muto alla delusione di una tifoseria ormai allo stremo.

Il 2024 si chiude come un anno da cancellare, un naufragio lento e doloroso che lascia dietro di sé detriti e speranze infrante. E all’orizzonte, il 2025 appare ancora più cupo, senza appigli a cui aggrapparsi, senza sogni da rincorrere. Taranto resta sospesa, prigioniera di un limbo, mentre il suo calcio, una volta orgoglio e simbolo della città, lotta per non scomparire del tutto nelle acque oscure dell’oblio. Ma la speranza è l’ultima a morire, serve però qualcuno che la alimenti.

Articoli correlati

Basket serie C: esordio da applausi per la ItalBio Energy NP Monteroni

Mario Vecchio

Basket A2, a Livorno arriva la prima sconfitta per Valtur Brindisi

Mario Vecchio

Eccellenza Pugliese: si chiude senza reti il big match tra Bisceglie – Brindisi

Mario Vecchio

Eccellenza Pugliese: risultati e classifica dopo il 7° turno

Mario Vecchio

Serie D girone H: i risultati della 6 giornata

Mario Vecchio

Serie C girone C: i risultati dell’8° giornata

Mario Vecchio