LECCE – È il 2 marzo, Casarano si sveglia così: nella centralissima via Lupo è riverso sull’asfalto il corpo di un uomo freddato con tre colpi di pistola in pieno giorno. Quell’uomo è Antonio Amin Afendi, 33 anni, scampato nel 2019 ad un altro agguato di fuoco e considerato dagli inquirenti astro nascente del clan Potenza.
È il 18 di dicembre e questa volta è il quartiere Santa Rosa a Lecce ad essere scosso da un assassinio. Due proiettili, esplosi in strada nel tardo pomeriggio, non lasciano scampo a Giuseppe De Giosa, 43 anni di Adelfia, ritenuto vicino al clan barese Di Cosola: arrestato nel 2014 durante un blitz antidroga, aveva scontato la sua pena ed era tornato libero.
Quello di Afendi e De Giosa sono i due omicidi che hanno segnato il 2024 in provincia di Lecce, destando allarme in tutta la comunità. A pesare lo spettro di una criminalità in evoluzione: da una parte sempre più infiltrata e silente, dall’altra pronta a spargere sangue per conquistare l’egemonia nella gestione delle piazze di spaccio. Spaccio che resta il core business della criminalità locale.
Tavoli in prefettura, marce antimafia, rafforzamento delle misure di prevenzione e controllo sono state le risposte tempestive di forze dell’ordine, istituzioni e comunità insieme, mentre le indagini continuano su entrambi gli assassinii. Gli inquirenti ne sono convinti: tutti e due gli omicidi celano altro e potrebbero essere cruciali per comprendere la nuova geografia criminale locale e la rispettiva spartizione delle attività illecite.
Per l’omicidio di Afendi, a Casarano, il reo confesso Lucio Sarcinella ha fornito una ricostruzione che non ha convinto, “giustificando” quanto accaduto con motivi legati alla vita privata e sentimentale. La comune amicizia pregressa della vittima e del suo presunto assassino con il boss Augustino Potenza è stato, però, uno dei campanelli d’allarme a spingere ad ampliare le indagini. E la conferma è nella valutazione, nero su bianco, della gip Anna Paola Capano secondo cui “L’omicidio risulta essere maturato in un contesto contraddistinto da elevata consistenza criminale nel quale Lucio Sarcinella appare pienamente inserito”.
A Lecce nell’auto di De Giosa, assassinato in strada, la polizia ha rinvenuto 7 chili di hashish suddivisi in panetti. Sebbene l’uomo non sia ritenuto figura di spicco in alcun clan, la presenza dello stupefacente avalla l’ipotesi attualmente in auge: per il mercato della droga, in provincia di Lecce, la gestione degli affari torna ad essere regolata a ferro e fuoco.