Slitta al primo consiglio dei ministri del nuovo anno, che potrebbe tenersi il 7 gennaio, la decisione sull’ipotesi terzo mandato per i governatori. Palazzo Chigi ha tempo fino al 10 gennaio per impugnare la legge della Regione Campania che consente il terzo mandato di De Luca. Il consiglio dei ministri è chiamato anche a fissare la data delle prossime regionali, ancora incerta fra ottobre 2025 e aprile o addirittura giugno 2026. In questo scenario, il governo regionale della Puglia si avvia a una fine 2024 difficile, tra gli scricchiolii di una maggioranza sempre più traballante. Michele Emiliano, ormai agli sgoccioli del secondo mandato, non è rieleggibile. A meno che non arrivi in extremis l’ok da Roma al terzo mandato per i governatori. Il candidato presidente del centrosinistra sarà quasi certamente Antonio Decaro, nel frattempo eletto a Strasburgo con mezzo milione di preferenze alle europee del giugno scorso. In attesa delle elezioni politiche del 2027, Emiliano potrebbe candidarsi a consigliere regionale nella lista del Partito Democratico, per restare sulla scena politica. Intanto, in casa centrodestra si lavora a una candidatura unitaria forte, in grado di fronteggiare Decaro.
E sono ore di attesa, quelle di questa fine 2024, per le sorti del governo cittadino di Bari, su cui pende la decisione del ministro degli interni Piantedosi su presunte infiltrazioni mafiose al Comune. La relazione della Commissione d’accesso nominata dal Viminale a fine marzo, e consegnata il 25 settembre, servirà a verificare se vi siano le condizioni per lo scioglimento del Comune per mafia, dopo i 130 arresti del 24 febbraio scorso nell’ambito dell’inchiesta Codice Interno che ha scoperchiato presunti intrecci tra criminalità, politica e colletti bianchi.
Quel che è certo, è che si procederà a un repulisti delle partecipate. Lo stabilisce una delibera approvata dal Consiglio comunale di Bari, che prevede di confermare o ritirare la partecipazione societaria del Comune in nove società fra cui le municipalizzate Amgas e Amtab. Proprio nella gestione di quest’ultima azienda urbana dei trasporti è emerso il marcio, con assunzioni di persone vicine ai clan. Il sindaco Vito Leccese eletto a giugno scorso, dopo essere stato per vent’anni capo di gabinetto di Emiliano e Decaro, ha voluto l’istituzione della nuova ripartizione Controlli, legalità, trasparenza e antimafia sociale, e di un Nucleo per le ispezioni amministrative sulle aziende partecipate, “per eliminare – ha dichiarato – anche solo il sospetto di illegalità nelle società in house e negli enti collegati all’amministrazione comunale” e restituire fiducia e trasparenza ai cittadini. Ma basterà?
