MILANO – Come una scintilla che si spegne troppo presto, HDL Nardò di coach Matteo Mecacci, all’esordio, sulla panchina granata, mostra due facce a Milano contro Urania: brillante e combattivo nel primo tempo, smarrito e inerte nel secondo. I primi venti minuti fanno sperare, con una squadra che gioca con personalità e sembra in grado di reggere il confronto contro un avversario di spessore. Poi, la luce si spegne, lasciando il campo a una prestazione opaca che scivola lentamente verso il tracollo.
Il match inizia bene: il Toro è vivace, con Stewart Jr. e Woodson che aprono le danze con precisione al tiro, e un gioco corale che sembra promettere bene. Milano, però, risponde colpo su colpo, affidandosi alla fisicità di Udanoh e alla classe di Amato. Nonostante qualche errore nel finale del primo quarto, chiuso sul 27-21 per Urania, Nardò tiene botta e, nel secondo periodo, riesce addirittura a ribaltare la situazione con un parziale di 13-0 che ribolle di energia. Il pareggio e il successivo sorpasso portano entusiasmo, il primo tempo si chiude 45-41, ma come accade in molte storie, la svolta è dietro l’angolo.
Dopo l’intervallo, Urania accelera. Nardò, al contrario, si spegne come una candela in una stanza senza ossigeno. Gli uomini di Mecacci sembrano spaesati, incapaci di reagire alla tempesta milanese. Un parziale devastante di 15-0 a inizio terzo quarto indirizza la gara verso un epilogo amaro. Mentre Milano corre sicura, il Toro inciampa, perde fiducia e lascia sul parquet una lunga scia di palle perse. L’ultimo quarto è solo una formalità. Urania manda in campo i suoi giovani talenti, mentre Nardò osserva inerme il risultato finale: 85-62. Se questa squadra fosse una fiaba, sarebbe quella di un castello con fondamenta fragili: c’è il potenziale per qualcosa di bello, ma c’è anche molto da ricostruire.
Per Mecacci, è una prima serata difficile, ma ogni viaggio inizia con un passo, anche se incerto. Il Toro, per ora, galoppa solo a metà.

Massimiliano Cassone
Responsabile della redazione sportiva TeleRama.
Giornalista pubblicista dal 22-05-2014.
Coordinatore, responsabile e opinionista delle trasmissioni sportive Piazza Giallorossa e Lecce Channel.
Ama definirsi un umile artigiano delle parole e in modo ironico afferma di scrivere per legittima difesa e per lavoro.
Autore di tre romanzi: “Il vaso di Pandora” (2010), “La dea del mare” (2012), Quattro sbarre nell’anima (2016).