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Omicidio in città: ucciso un uomo con alcuni colpi d’arma da fuoco

LECCE – Freddato con alcuni colpi di pistola e di kalashnikov. Almeno tre i colpi andati a segno. Uno in pieno volto, gli altri all’altezza del torace. Giuseppe De Giosa, questo il nome della vittima, di 43 anni originario di Bari, è stato trovato senza vita accanto alla sua auto. Da chiarire se fosse alla guida e in compagnia di qualcuno. Teatro della sparatoria è via Papini a Lecce, nel rione Santa Rosa alla periferia della città. Un regolamento di conti, un agguato in pieno stile mafioso, un litigio degenerato, una compravendita di stupefacente andata male, sul movente faranno chiarezza gli inquirenti ma la dinamica lascia spazio a pochi dubbi. Chi ha sparato voleva uccidere. Sarebbero tre come detto, i colpi andati a segno. Uno in pieno volto e gli altri al petto, da stabilire se ne sono stati esplosi anche altri che non hanno centrato il bersaglio. Due le armi usate, una pistola e un kalashnikov. Gli agenti della squadra mobile di Lecce appena giunti sul posto hanno trovato l’auto di traverso in mezzo alla strada e il corpo riverso a terra sul lato posteriore del mezzo. I colpi sarebbero dunque stati esplosi quando l’uomo era sceso dalla macchina. Almeno quelli mortali. Forse un primo colpo era stato sparato con il 43enne ancora in auto. L’uomo era fuori dall’auto, forse un tentativo di fuga oppure se per litigare con qualcuno che poi ha estratto l’arma sparando in faccia alla vittima. Da una prima ricostruzione, sembra che qualche residente della zona abbia anche sentito delle urla prima di sentire i colpi. Nella sua auto gli agenti della squadra mobile e gli agenti della scientifica intervenuti sul posto, avrebbero rinvenuto un alto quantitativo di droga, circa 7 kg di hascisc. La strada, ubicata in estrema periferia della città, terminava la parte asfaltata dopo pochi metri e da lì in poi inizia la parte sterrata. Un luogo appartato che poteva prestarsi ad uno scambio di stupefacente. Tante domande intorno ad un efferato omicidio avvenuto in un orario insolito in cui è probabile che qualcuno abbia potuto vedere qualcosa di importante per il prosieguo delle indagini. Sul posto anche il procuratore della Repubblica Guglielmo Cataldi.

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