BARI – Sembrava potesse essere tutto imminente, invece no. Si ferma ancora una volta la manovra di avvicinamento del Movimento 5 Stelle alla giunta guidata da Michele Emiliano. Il rientro in postazione non avverrà nell’immediato, almeno.
Perché la mossa di Beppe Grillo di tornare al voto per non abolire la figura del garante, rimescola le carte nell’universo pentastellato. Tanto più lo fa l’esito del voto. E se si raggiungerà o meno il quorum. Una serie di incognite che pesano sul futuro stellato e impongono una nuova frenata. Ciò che ad oggi si sa è che quando (e se) arriverà il momento – ed è plausibile ipotizzare che prima del nuovo anno difficilmente si diraderanno le nubi – sarà Giuseppe Conte a condurre le trattative con le richieste da avanzare al governatore. E, quindi, se chiedere un patto di fine legislatura con qualche punto da approvare, dopo aver incassato la nascita del Nucleo ispettivo regionale, e se aggiungere un secondo assessorato alle richieste. Ipotesi, questa, che difficilmente potrà essere accolta dal governatore, laddove dovesse essere avanzata. Perché le caselle sono piene e già restituire il Welfare lasciato in caldo per il Movimento significherà licenziare una delle due assessore esterne, sacrificarle entrambe sembrerebbe troppo per un governatore poco avvezzo ai rimpasti e che già ha dovuto accettarne due.
Ma proprio Emiliano sembrerebbe non essere più in così trepidante attesa della reunion. In parte perché il Movimento già puntella in aula una maggioranza claudicante e in parte perché a troppo aspettare si perde l’entusiasmo. Ma, comunque, porte non se ne chiudono. “Aspetto Giuseppe Conte – avrebbe detto il governatore nelle scorse ore – dopodiché la giunta è già al completo”.
