BRINDISI – Situazione ingestibile nel comparto industriale brindisino dove le ripercussioni della decarbonizzazione e della deindustrializzazione si fanno sentire dal punto di vista economico ed occupazionale. Ogni giorno si perdono posti di lavoro, mentre le aziende degli indotti produttivi cadono come i birilli, con conseguenze inimmaginabili per l’intero territorio brindisino che non regge più gli effetti di una crisi strisciante.
I segnali più preoccupanti riguardano il settore metalmeccanico. Una crisi iniziata alcuni con la chiusura della Leucci Costruzioni, a cui ha fatto seguito il fallimento della Processi Speciali ed il ridimensionamento della forza-lavoro della GSE. E poi la crisi ormai irreversibile della Revisud e la definitiva chiusura dei cancelli della Leucci Group.
Un patrimonio di esperienze e di professionalità che Brindisi non può permettersi di perdere. Tanto più se si considera che nei processi di reindustrializzazione proprio le aziende metal meccaniche dovranno svolgere un ruolo fondamentale per evitare che sbarchino imprese provenienti da fuori, determinando un danno incalcolabile per l’economia brindisina.
Purtroppo, però, la nascita di nuovi insediamenti produttivi è ancora sulla carta e quindi potrebbe registrarsi una fase di vuoto che Brindisi da sola non potrà gestire. Da qui le grida di aiuto che i sindacati stanno lanciando da tempo, sperando che vengano raccolte dalle istituzioni.