ALESSANO – “Pierpaolo ha avuto un’infanzia molto difficile, ha sofferto tanto, che la sua morte sia raccontata come il culmine della storia di un drogato non è giusto: Pierpaolo non è mai stato e non era un drogato”. A parlare è la famiglia. Più nel dettaglio è Domenico Carnuccio, compagno da più di dieci anni della mamma del 26enne Pierpaolo Morciano che domenica scorsa è morto in strada al Alessano nel giorno del suo compleanno, dopo aver inalato gas da un palloncino, verosimilmente del protossido di azoto, detto anche “droga della risata” per il suo effetto esilarante.
Nelle scorse ore è stata effettuata l’autopsia disposta dalla Procura e affidata al medico legale Ermenegildo Colosimo per risalire alla causa esatta dell’arresto cardiocircolatorio che domenica sera ha strappato la vita a Pierpaolo poco dopo l’inalazione. Adesso non resta che attendere l’esito degli esami tossicologici.
“Tra un mese avrebbe dovuto sottoporsi ad una serie di accertamenti con prove allergiche – fa sapere intanto la famiglia – e questo perchè il problema che da tempo aveva alle adenoidi di recente si era aggravato. Quel maledetto giorno – prosegue il compagno della madre – deve essere successo qualcosa. Anche noi vogliamo sapere la verità e soprattutto vogliamo dare giustizia alla memoria di Pierpaolo”.
Quella sera dopo aver aspirato gas dal palloncino mentre era in strada con gli amici in via Giudecca, il 26enne si è accasciato al suolo nella vicina piazzetta Costa. È stata la stessa comitiva del ragazzo a contattare il 118 , che nulla ha potuto fare per strapparlo alla morte.
Il protossido di azoto (denominato gas esilarante) è usato come anestetico negli ospedali, ma anche come propellente in lattine e spray di panna montata. Produce un senso di euforia e uno stato sognante, difficilmente di per sè può portare alla morte. Sarà l’esito degli esami a chiarire dunque cosa abbia cagionato la morte del ragazzo.
