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Blitz all’alba di polizia e finanza: 35 arresti

Due distinte associazioni prevalentemente dedite al traffico di ingenti quantitativi di droga, che avrebbero collaborato fra loro proprio per cercare di far entrare quanti più stupefacenti dalla Spagna nel Salento. Proprio in Spagna si erano trasferiti due salentini, che collaboravano nel trasferimento della droga. La prima organizzazione era capeggiata da Antonio Marco Penza di 41 anni e Santo Gagliardi di 59 anni, entrambi di Lecce e detenuti in carcere, la seconda, invece, era capeggiata da Gianluca Calabrese, di 37 anni, di Copertino, e Raffaele Capoccia, di 42 anni, di Lecce. Il core business delle due organizzazioni era il traffico di droga, ne veniva movimentato talmente tanto (cocaina, marijuana e hashish) per un volume d’affari mensile che si aggirava attorno al mezzo milione di euro. L’operazione, coordinata dalla direzione distrettuale antimafia della procura di Lecce, è stata eseguita dalla polizia di Stato e dalla Guardia di Finanza, e ha portato all’emissione di 35 misure cautelari, di cui 33 in carcere e 2 ai domiciliari.

I capi delle due organizzazioni, in passato affiliati a clan della sacra corona unita come Pepe-Briganti, Gruppo Penza), comunicavano tra loro mediante criptofonini, su piattaforme come encrochat e sky, ma gli investigatori sono riusciti comunque a captare le conversazioni, ricostruendo gli affari illeciti. Le indagini, che si sono avvalsi di strumenti tecnologici e tradizionali, hanno documentato una fitta rete di spaccio su tutto il territorio salentino. L’organizzazione aveva nella disponibilità depositi sicuri per droga e soldi.

Tra i sequestri principali durante le indagini, figura quello del 7 agosto del 2020 a Castro, dove venne bloccato un natante con 150 chili di marijuana e 25 chili di hashish, oltre a 45 chili di cocaina e 11 chili di eroina occultati in veicoli modificati.

Le organizzazioni, collaborando fra loro, avevano costruito un vero e proprio impero economico-finanziario, attraverso cooperative e imprese, con la complicità di un ex commercialista Antonio Baldari, 43enne di Lecce, che si sarebbe occupato di riciclare i proventi illeciti attraverso l’acquistavano locali pubblici, prevalentemente attivi nel settore ristorativo, ma anche vetture di lusso e per garantire stipendi pari a 2.500 euro al mese a mogli o parenti diretti dei soggetti detenuti.

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