BRUXELLES – La notizia del rinvio a data da destinarsi del voto sui vicedelegati Ue rischia di trasformarsi in un pericoloso spartiacque dal quale diventa difficile uscirne senza perdere prezioso terreno. D’altronde, troppo pericoloso andare al voto ora. Il gioco dei veti incrociati, infatti, si è trascinato avanti per troppo tempo e ora potrebbe finire per lasciare nel limbo il ministro Raffaele Fitto. La sua posizione ora appare indebolita.
Lo stop, deciso, alla sua nomina è giunto dai Socialisti che non hanno alcuna intenzione di votare il ministro salentino. “Non lo voteremo in nessun caso, la fiducia è rotta. Il pacchetto per noi è di cinque vice presidenti, il Ppe lo voti con l’estrema destra”, hanno sottolineato fonti del gruppo S&D riportate da Ansa. Candidatura più sbiadita rispetto agli ultimi giorni anche per via delle bizze in casa nostra. Il fronte italiano non è più lineare, ammesso che lo sia mai stato. I dem tentennano. E la premier Meloni attacca: “Secondo loro Fitto non merita di avere una vicepresidenza della Commissione. Questi sono i vostri rappresentanti di sinistra”.
Sulla sponda spagnola problemi ancora più pressanti per Ribera, fedelissima di Pedro Sanchez, messa sotto accusa per le alluvioni in Spagna dei giorni scorsi. Il Ppe ha posto un veto sulla sua nomina, allineandosi di fatto con l’orientamento del Partido Popular
E così tutto resta sospeso in aria.
Accordi in fumo, almeno finora, che rischiano di trascinare nel pantano la stessa Ursula von der Leyen, a due settimane dall’incoronazione. E che ora cerca un piano B per scongiurare il peggio.