BARI – Il neo assessore al Bilancio, Fabiano Amati, non è parte di Azione. Quindi Azione non è nella giunta di Michele Emiliano. Ma il partito riavvolgerà il nastro di qualche mese e tornerà ad essere la parte critica della maggioranza, pur restando li.
A tracciare la linea è il leader Carlo Calenda, al termine della nuova mattinata romana di ragionamenti con il coordinatore regionale Mennea.
“Non siamo coinvolti nelle scelte personali e opportunistiche di Amati – dice l’ex ministro – I nostri consiglieri continueranno a valutare nel merito i singoli provvedimenti che arrivano in consiglio regionale sostenendo tutto quello che riterremo utile per i cittadini pugliesi.” E questo significherà, appunto, continuare ad assistere ad una maggioranza instabile. Una decisione più moderata di quella che in realtà avrebbe voluto Calenda nelle scorse ore ma che non è una novità, giacché Azione prima del riavvicinamento era proprio la spina nel fianco della maggioranza. Ma, soprattutto ora ad un anno dalle elezioni, a rendere più prudenti le scelte c’è la necessità di costruire la coalizione delle prossime regionali che con in testa Antonio Decaro, permette di ridiscutere gli equilibri. E soprattutto trovarne.
Dunque il problema dei numeri si pone ora come prima, soprattutto perché il gruppo di consiglieri che male hanno tollerato una operazione che non ha sortito gli effetti sperati dal governatore, farà sentire il proprio malumore.
Quanto all’espulsione di Amati, dicono, non c’è bisogno di far nulla. È lui che si è espulso da solo il giorno dopo lo scarso risultato delle europee dimettendosi da commissario e trattando personalmente e autonomamente con Emiliano.
