LECCE – Collegato da remoto con il gip della Procura di Milano, là dove è partita l’inchiesta, è rimasto a bocca chiusa il finanziere Giuliano Schiano, napoletano da tempo residente a Lizzanelllo e in servizio alla Dia di Lecce, accusato di aver spiato e acquisito migliaia di dati riservati per poi metterli al servizio di un gruppo hacker del capoluogo lombardo.
Ha invece ammesso di aver fatto controlli nella banca dati Sdi il brindisino Marco Malerba, uno dei due appartenenti alle forze dell’ordine sospesi il 25 ottobre nell’ambito dell’indagine sui dossieraggi. «Ci scambiavamo favori – ha detto Malerba – e non sono riuscito a dirgli di no» in riferimento alle richieste avanzate da Carmine Gallo, l’ex poliziotto ritenuto al vertice della struttura illegale della società Equalize.
Gallo, a sua volta, è stato lapidario fornendo dichiarazioni spontanee pur scegliendo – come gli altri tre indagati principali – di avvalersi della facoltà di non rispondere. “Sono un servitore dello Stato, parlerò ai pm per dimostrare la mia innocenza” ha detto.
Giornata di interrogatori cruciale per l’inchiesta sulla rete di spioni e dossieraggi nei confronti di esponenti della politica, dell’imprenditoria, della finanza, dello spettacolo e dello sport.
Per il finanziere della Dia leccese Schiano il pm della Procura antimafia milanese aveva chiesto la custodia cautelare in carcere, il gip invece ha applicato la sospensione di sei mesi. Decisione quest’ultima che è stata impugnata davanti al Tribunale del Riesame.
Intanto, dalla carte dell’inchiesta, è emerso che anche la Procura di Lecce aveva indagato su presunti accessi abusivi a banche dati per fini privati commessi da appartenenti alle forze dell’ordine che avrebbero venduto informazioni riservate a vari soggetti, inclusi hacker e investigatori privati. Così come la Guardia di Finanza all’inizio di quest’anno aveva avviato approfondimenti su alcuni accessi anomali.
Oltre a Schiano, accusato di aver ceduto documenti riservati in cambio di un compenso mensile di 1.300 euro, la Procura leccese si è concentrata anche su un suo collega, originario di Galatina, che avrebbe eseguito ricerche su imprenditori del settore delle energie rinnovabili. Proprio per quegli accessi, l’uomo venne interrogato e iscritto nel registro degli indagati in un fascicolo aperto a Lecce.
Intanto Schiano è stato sospeso dal servizio, mentre le indagini proseguono e svelano nuovi dettagli sulla rete di corruzione. Una rete, appunto, che potrebbe aver coinvolto altri colleghi della Direzione Investigativa Antimafia.