Sanità

Odissea liste d’attesa: “Colonscopia? Torni a luglio del 2027”

LECCE – Nell’inquietante magma della sanità pugliese e salentina ritroviamo un po’ di tutto: servizi territoriali ridotti al lumicino, personale socio-sanitario ridotto all’osso e che rischia ogni giorno di subire sulla propria pelle l’ira funesta di pazienti e familiari. E ancora: chiusura di strutture sanitarie essenziali, fallimento della medicina territoriale, lungaggini burocratiche e progetti “ballerini”, basti vedere il tortuoso percorso del futuro ospedale di Maglie-Melpignano. Una lunga serie di doglianze e inefficienze. Ma quel che fa più rabbia sono le lunghe liste d’attesa cui sono costretti a sobbarcarsi i cittadini per potere essere sottoposti ad una visita medica o per effettuare un esame specialistico.

Una vera e propria piaga di cui ci siamo occupati decine e decine di volte. Oggi – con ogni probabilità – siamo costretti a certificare un altro record, negativo.

Guardate questa foto: per prenotare un esame di colonscopia con biopsia occorrerà attendere fino al 13 luglio del 2027. Sì, avete capito bene: luglio 2027. Quasi tre anni di attesa. Sembra una barzelletta ma è l’amara verità. Uno sberleffo, uno schiaffo in pieno volto a quanti sono costretti a convivere con una malattia o a chi ha bisogno di un conoscere l’esito di un esame diagnostico nella speranza di scongiurare brutti guai.

A denunciare quanto accaduto è stata una nostra telespettatrice che preferisce restare in forma anonima. “Ho provato prima ad effettuare una prenotazione in farmacia ma mi hanno riferito che l’agenda era satura e che dunque non era possibile effettuare alcuna prenotazione”.

A quel punto la donna si è recata al Cup del “Fazzi”. Stessa risposta. Niente da fare. L’ultimo tentativo l’ha fatto direttamente da casa collegandosi al sito Pugliasalute.it. Ed ecco l’amara sorpresa: prenotazione fissata per il 13 luglio 2027”. Un’assurdità. “Ovviamente ho lasciato perdere. Mio marito ha bisogno di effettuare al più presto quell’esame per allontanare sospetti tumorali”. Sapete come è andata a finire? Facile immaginare: la donna è stata costretta a prenotare in una struttura sanitaria privata pagando più di duecento euro.

Ma di questo passo potrà curarsi solo chi ha i soldi. In Italia 1 milione 900 mila persone hanno già rinunciato alle prestazioni sanitarie per ragioni economiche. Eppure, la salute è un diritto sancito anche dalla nostra Costituzione.

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