LECCE – Il Lecce sulla strada di un leccese: Antonio Conte.
La compagine giallorossa sulla strada del Napoli capolista che non intende lasciare il timone della classifica di Serie A a Inter o Juventus, immediate inseguitrici. Sabato pomeriggio la squadra di Conte proverà ad allungare sulle spietate avversarie aspettando poi la sfida di domenica pomeriggio che vedrà di fronte proprio Intere e Juventus.
Il Lecce non intende fare da spettatore, anzi non vuole scendere in campo al Maradona da vittima designata.
Il cappotto di domenica scorsa contro la Fiorentina costringe la squadra di Gotti ad una reazione immediata, ad una prova d’orgoglio. È il momento di dare segnali importanti: di solidità del gruppo, di fiducia nel tecnico che guida la squadra e dimostrare che quanto accaduto nelle ultime tre partite di campionato è stato solo un periodo negativo che non intaccherà il lavoro fatto fin dall’estate dall’allenatore e dal suo staff.
A Gotti spetta il compito di capire, trasmettere e trasformare. Di allontanare qualsiasi dubbio che può sgretolare le certezze acquisite fino alla partita contro il Parma.
Se c’era un Lecce che sembrava dare segnali di crescita ci sarà anche adesso. Ma tocca Gotti tirare fuori il meglio dai propri calciatori.
La società gli ha rinnovato la fiducia. Ma occorrono i risultati e una risposta convincente della squadra.
Al Maradona il Lecce si presenterà probabilmente con il 4-2-3-1. In questo assetto Banda troverà posto nell’undici di partenza anche se difficilmente resisterà per tutto l’incontro. Il calciatore zambiano giocherà a sinistra e sulla stessa catena, ma in difesa ci sarà Dorgu. La difesa avrà i suoi soliti interpreti: oltre al danese (giocherà al posto dello squalificato Gallo) Gaspar, Baschirotto e Guilbert (dovrebbe recuperare) completeranno il blocco davanti a Falcone.
A centrocampo Gotti sta riflettendo sull’impiego iniziale di Ramadani sembrato in flessione nelle ultime esibizioni. La linea di trequarti davanti a Krstovic, invece, dovrebbe essere composta, oltre che da Banda, pure da Morente e uno fra Rafia e Oudin. Questa volta il francese agirebbe più centralmente, ma non sarebbe esentato da compiti di copertura.