LECCE – La procura di Lecce ha aperto un fascicolo d’inchiesta e disposto l’autopsia per accertare le cause della morte di una donna di 77 anni di Specchia deceduta nell’ospedale Vito Fazzi di Lecce il 30 settembre scorso, dopo aver iniziato un trattamento chemioterapico prescritto dopo la diagnosi di un mieloma.
Otto i medici iscritti nel registro degli indagati, nei confronti dei quali si ipotizza il reato di responsabilità colposa per morte in ambito sanitario.
Stando al racconto dei familiari, la paziente accusò problemi respiratori dopo poco meno di un’ora dall’inizio della seduta che, per questo, venne sospesa con successiva somministrazione di cortisone tramite puntura.
La figlia, rimasta ad assistere la donna, notando un peggioramento nella respirazione della madre, sollecitò l’intervento del personale ospedaliero. Accorsa sul posto l’equipe avrebbe tentato di rianimarla. Un infermiere, in quel frangente, sarebbe uscito dalla stanza per sollecitare l’intervento di un medico/rianimatore che sarebbe arrivato dopo circa 20/30 minuti.
Ogni tentativo di salvare la donna, ad ogni modo, si è rivelato vano. Il sostituto procuratore Alessandro Prontera ha affidato al medico legale Roberto Vaglio l’incarico di effettuare l’autopsia, eseguita nelle scorse ore per accertare eventuali responsabilità.
Non resta adesso che attendere l’esito dell’esame istologico dei tessuti prelevati in quella sede.
Gli indagati sono difesi dagli avvocati Gianluca D’Oria, Sabrina Rizzo, Francesco De Iaco, Viola Messa e Michele Macrì. Ad assistere la parte offesa l’avvocato Dario Paiano.